Ieri giornata in vero stile scarabeus sacer, lo scrafaglio merdarolo, passata a passarmi dal letto al sofà, dal sofà al letto, col computero, ad iNportunare gli altri bloggers come sempre faccio quando mi annoio (oNbra è il mio pEferito, che lui se la prende), con paninazzi di marmellata e padellate di broccoli, con la tivù, a guardarmi un programma demenziale su rai2 per trovarci ospite un Fossati incartapecorito. Infine a lavorare alle 20 e perdermi così la visione di Gomorra, da una vita che voglio vedere e non ci riesco ed ero così contenta quando avevo visto la locandina al cinema teatro, qui proprio sotto casa mia.
Dopo il lavoro, decido di fare un salto nel mio solito locale di divertimenti per socializzare un po’. Intanto che chiacchiero amabilmente con un’amica comune di amici comuni, la quale mi parla del servizio civile internazionale (argomento che mi interessa assai, perché già fantastico sul fatto che potrei spedirci la pupetta, con la quale venerdì sera c’è stata una feroce litigata in pieno stile mamma figlia, e lasciarla in Guatemala o qualche altro buco in capo al mondo per un anno, tutta spesata più 900 euro al mese), metto le mani in tasca e ci trovo le chiavi del deposito bagagli. Chiamo il collega, per dirci che le avrei restituite stasera, che tanto ero di nuovo in turno. Invece no, mi risponde lui, quelle chiavi sono indispensabili, non abbiamo i doppioni e la mattina mi chiedono spesso di entrare per prendere cose. Faccio a mente un ragionamento tra me e me: i bagagli sarebbero sacchi dell’immondizia che contengono indumenti e altre cose personali ovviamente non preziose nè indispensabili, chi dorme solo una notte non utilizza il deposito bagagli e quindi le sue quattro cose le tiene con sé, gli altri, cristosanto, non muoiono se aspettano a ritirare una mutanda fino alla sera. E ancora fra me e me penso perché cazzo mi è venuto in mente di avvisare. Sarebbe andata come tante altre volte che ogni tanto non si trovano le chiavi di qualche stanza e poi ricompaiono. E quelle sarebbero ricomparse dopo nemmeno 24 ore. In ogni caso non polemizzo, sono ancora troppo nuova li dentro per fare casino, e mi assumo la responsabilità di riportare ‘ste minchie di fottute chiavi (che ho dimenticato perché mentre fai una cosa per uno, altri dieci te ne chiedono altre diecimila, soprattutto se hai la sfiga di essere nuova e donna) la mattina dopo entro le 7.30, visto che a riportarle in quella stessa nottata non avrei avuto il tram del ritorno. E quindi concludo la giornata scrafaglio merdarolo mode con un’incazzatura da paura, smollando locale divertimenti e amici e andando a dormire, per poi invece non riuscire a chiudere occhio e per di più ricevere una telefonata inopportuna alle ore 3.37 della notte.
Stamattina alle sei dunCue mi alzo, e dietro consiglio di un caro amico, cerco di prenderla positivamente e ammiro la città addormentata, è bella soprattutto la luna a quell’ora. Alle 7.50, in ritardo, arrivo a consegnare le chiavi. Lui, il mio collega mi dice che sono stata fortunata perché nessuno aveva avuto bisogno del deposito bagagli. Per non ammazzarlo, poso le chiavi e scappo subito. La giornata di oggi sembra iniziare un po’ meglio perché mentre aspetto il tram del ritorno assisto ad una scenetta esilarante. Un’auto, a velocità moderata per fortuna, sul rettilineo, fà un frontale con un platano. Inspiegabile la dinamica, ma il particolare più divertente è che era l’auto del Servizio Vigilanza Notturna.
Ora eccomi qui a desiderare intensamente di riavere la patente ma continuare a fare cazzate per non riaverla. Le mie informazioni erano che con le analisi del capello non ti cercavano il metadone, perché è considerato un farmaco e la terapia metadonica è contemplata perché non inficia le tue abilità per la guida etc etc. Ma forse la legge è interpretata diversamente dalle diverse teste, come al solito, e se te lo cercano o meno dipende dalle diverse linee dei diversi servizi di medicina legale. In ogni caso io non sono in terapia metadonica e il meta l’ho bevuto un tre o quattro volte per i cazzi miei, e quindi se me lo cercano nei capelli sono fottuta. A meno di rimettermi in terapia ufficiale al Ser.t e riprendere a bere magari 10 mg giusto per riuscire a riavere la patente. Però per rimettermi in terapia al Ser.t devo almeno avere le urine positive alle sostanze, perché non è che ti danno il metadone se tu non usi eroina. E quindi dovrei bucarmi almeno una volta per dimostrare che sono tossica. Ma se mi buco anche solo una volta, la patente proprio non la rivedo, perché dai capelli risulterà l’uso di sostanze. Bel casino all’italiana.
Come fare. Stamattina su internet ho trovato comunque questa cosa interessante, da cui estraggo un passaggio, utile a chi stigmatizza il metadone, dietro ad una becera ignoranza.
Attorno a questo farmaco ruotano ancora molti pregiudizi,
che sono oggetto di attenzione e di preoccupazione persino tra quanti
nella comunità scientifica non si rivolgono di consuetudine ai problemi
sociologici che ruotano attorno all’erogazione dell’assistenza e delle
cure a determinate categorie di cittadini. E’ così che Vincent Dole,
che negli USA e poi nel resto del mondo ha introdotto la clinica corretta
del metadone (farmaco che detiene un singolare record: è il più testato,
il più sottoposto a studi e verifiche fra tutti i farmaci) ancora non
riesce a trovare una risposta sul perché opinione pubblica, mass media,
politici abbiano ancora pregiudizi e reazioni emotive ingiustificate nei
confronti di questo farmaco, ed è per questo che Alessandro Tagliamonte,
ordinario di farmacologia presso l’Università di Siena, esprime
preoccupazione per il fatto che ciò che "da oltre 30 anni è
evidente" (l’efficacia del metadone nella terapia dell’eroinismo
cronico e la sua perfetta compatibilità con una vita normale) sia ancora
"rifiutato anche da chi nella società ha il ruolo e il dovere
istituzionali dell’assistenza medica". E’ per questo, ancora,
che Icro Maremmani (Unità Farmacotossicodip., Isituto di Psichiatria Univ.
Di Pisa) e Orietta Zolesi (dottorato di ricerca in tossicodip., Univ. Di
Siena, Cagliari e Pisa) sono costretti ad affrontare il problema del
trattamento metadonico anche nei termini di quanto accade attorno ad esso
dal punto di vista culturale: "Qualcuno ha parlato di
zombizzazione da metadone, decerebrazione da metadone, lobotomia da
metadone. Non stupisce se proprio gli psichiatri così attenti alla libera
espressione dei sentimenti si sono levati all’unisono contro questo tipo
di trattamento. Questo fatto sottolinea molto bene il malinteso, ma anche la
perfetta ignoranza di questa terapia da parte di specialisti.
Il fatto è che nessuna persona è in grado di indovinare se un
tossicomane compensato sta o non sta prendendo il metadone, in quanto
questo soggetto è perfettamente equilibrato e presenta sostanzialmente
normali riflessi psicomotori. Nessuno psichiatra, all’oscuro della
diagnosi di eroinismo, colloquiando con un soggetto stabilizzato con
metadone è in grado di accorgersi che l’individuo lo sta assumendo. Test
psicometrici attitudinali riescono meglio
alle persone sotto metadone che alle persone normali perché
queste ultime sono più nervose durante le prove attitudinali.
E’ incredibile che un eroinomane che non usa eroina per
una settimana possa avere la patente di guida ed un soggetto che si cura
ed ha normali riflessi psicomotori non la possa avere! …"
(Da: Metadone, le ragioni per l’uso, a cura di Maremmani e Guelfi, AUCNS,
Siena, Pacini ed., 1996).
Come fare. Andrò a chiedere direttamente a medicina legale in questi giorni. E seguiranno info. Però stamattina qui c’è il sole, sono meno scrafaglia merdarola e ho voglia di mandare un abbraccio a: Iskr, che ha sempre un sacco di pazienza con me, al mio fratellino, al mio nuovo 007, e anche un saluto al nuovo arrivato qui, brigante e terrone.