Si sbagliava da professionisti

A volte sul blog mi capita di scrivere un sacco di minchiate. Poi mi siedo per terra, dentro la mia casa la sera, scalza e sporca di arancio per i muri, e ascolto le voci che arrivano di sotto. Il marocchino che chiede alla tipa venti centesimi, la macchina vecchia che il motore non ci parte e l’avviamento dura almeno cinque minuti, gli indiani che a gruppi di decine trascorrono il pomeriggio a parlare di chi solo sa cosa. E poi alzo lo sguardo e vedo la tipa che stende al secondo piano, i balconi pieni di piante verdi abbacchiate perché dovrebbero stare meno al sole.

E penso ma che cazzo me ne frega di dipingere i muri di arancio e viola, farmi un culo così per la tappezzeria di questa cazzo di casa. E poi penso ma come posso fare di pagare 600 euro di affitto che li tiro appena su con il part time a farmi un culo così per regalarmi a tutti. E poi penso a quella collega che la mia prima sera di lavoro mi ha accolta con un muso così, senza dirmi una parola, solo che i caffè della macchinetta me li dovevo pagare 50 cents, l’unica info che mi aveva dato, per fortuna che la coordinatrice che era lì quella sera si era presa vergogna e mi aveva chiesto scusa per lei e di non farci caso. Ma io già so che ci farò caso, e il prossimo turno mi tocca con lei, io già so che non finirà qui e rovinerò la mia reputazione perché la manderò a fare in culo. E poi penso a mia figlia, che al lavoro, la fanno andare a sostituire un ragazzino straniero che  stanno licenziando perché ha chiesto un aumento di uno stipendio vergognoso, e anche se stiamo morendo di fame io e lei, lei a fare queste merdate non ci andrà più e lascerà sto lavoro. Ci arrangeremo. E poi penso che il comune di Torino ha chiuso gli aiuti ai rumeni perché erano troppi in lista nei dormitori e dopo tre mesi non hanno più il diritto a nessun tipo di intervento sociale. Giusto così per liberare posti e costi. E ieri sera uno di loro, su una panchina, dignitoso, pulito, che lavora in nero, un esemplare di immigrato insomma, ci diceva vedrete che chiuderanno tutti i dormitori agli stranieri, li accorperanno in uno solo per ridurre le spese e avranno accesso solo gli italiani. E la mia collega mi diceva ha ragione lui, ho paura che sarà cosi, che merda, Torino è sempre stata all’avanguardia su questi progetti, ma diventeremo come Roma che è piena di barboni ed è tutto lasciato in mano ai volontari della Caritas. E poi mi vedo a fare la spesa, che compro la cena, che stasera ho speso 21 euro e non avevo un cazzo in borsa e mi vedo alla CRAI che sono li che annuso gli shampoo migliori, questo mi piace, questo no e che tanto sono tutti una fotteria.

E allora le mie vene hanno bisogno di una spada. Un piccolo flash che mi faccia dimenticare tutto. Io non ce la faccio a fare la borghese, a scegliere i prezzi degli shampoo alla CRAI e i colori per i muri della casa, io proprio non ce la faccio. Sono giornate furibonde, senza atti d’amore, senza calma di vento, solo passaggi e passaggi di tempo. In blasfemia condizionata dai miei sorrisi lacrimanti. 

Lei è Giovanna. Un mp3 spartano, inciso alla cazzo solo con chitarra e tamburelli. La chitarra è di Kap, un mio caro amico, brigante abruzzese che chissà che fine ha fatto, le ultime notizie erano che stava sperso sui monti della Spagna. Ai tamburelli ci sta lei. Lei è..un misto tra De André e la Consoli, scrive testi e musiche. Brava, bravissima, azzarderei io, ma al solito..i migliori si tirano indietro. Quando sono andata a conoscerla in quel di Napoli ai tempi della lotta per il termovalorizzatore e altre minchiate, non riuscivo nemmeno a respirare, l’ansia di quel posto mi chiudeva il respiro, dovevo bucare. E così, ero finita a Secondigliano, a fare la fila in mezzo alla camorra, con un amico di lei trovato li, che mi aveva accompagnata a fare la storia e avevamo condiviso. Bella esperienza, ma forse lei era rimasta un po’ delusa. Mi dispiace.

01 Girotondo.mp3


ho sentito la sua voce invasa dal rumore
ridere ancora a bocca aperta
raccontare quelle storie
e al suo sguardo bugiardo a confondere opinioni
ballare col dolore bevendo del Negroni

 

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6 Responses to Si sbagliava da professionisti

  1. tro says:

    uella quanti commenti! che bello che bello che bello!
    Vado in ordine cronologico a rispondere, mi sento iNportante, neh 🙂

    crocco: no, non sapevo chi fosse uccio aloisi. E poi, grazie delle info sulle tue preferenze musicali, ma io, quando ti ho chiesto se ti facevi d’altro oltre a De André, intendevo se ti facevi di ROBBA 🙂

    Novus: è brava vero? tu sei la mia consolazione degli afflitti perché è bello sapere che se metti su un mp3 qualcuno la ascolta. Credo tu sia l’unico a farlo qui dentro 🙂

    Lokomotiv: “In blasfemia condizionata dai miei sorrisi lacrimanti” Soggetto blasfemia verbo condizionata, il resto fai te. E’ una frase che ho rubato a Giovanna. Così iNpari a non ascoltare la musica che consiglio, badolu che non sei altro. Già te e quei pici dei PGMI siete fermi ai Rolling Stones, che Stalin vi maledica.

    E ovviamente un bacione a slavina e Riù e stavolta i coNplimenti me li PRENDO TUUUUUUUUTTTTIIIIIIIIIII

  2. Lokomotiv says:

    Prima ho bisogno di riprendermi da un’affermazione come “In blasfemia condizionata dai miei sorrisi lacrimanti”.
    Che credo sia una cosa molto potente e roccherrolla, se solo riuscissi a capirla.

    Sapessi che casino
    comprare roba e shampoo
    a Torino

  3. Riù says:

    Peccato che Tro sia sempre così restia nel ricevere complimenti. Ma noi non molliamo così facilmente sai..? dolce e preziosa trollina…

  4. slavina says:

    grande questa tro. falle i complimenti da parte mia quando la incontri.

  5. novus says:

    Grande questa Giovanna. Falle i complimenti da parte mia se la incontri!

  6. crocco says:

    la curiosità è l’arma più folle che una persona possa usare per trattenermi…
    un tempo il sole “africano” mi è mancato tanto…
    ora mi scalda come quello sbiadito di milano
    tanto vale tornarsene al nord…nelle orecchie bill laswell, il caro vecchio rino g., uccio aloisi(se lo comprendi sei salentina!) e se sto fuori gli skiantos della prima ora…che la sanno lunga
    a presto

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