Mantenere le promesse ad ajorn

Carissimo, dopo un paio di foto, il telefonino del tubo è andato in tilt e con la videocamera interna non mi scattava piu’ foto a media risoluzione, ma solo bassa come puoi vedere. Te ne pubblico un po’, vedi se tu puoi ingrandirle per sceglierne una o fai che vuoi. Ed eccoti la tua testimonial dell’acqua. Tro mantiene seNpre le promesse. Quelle egocentriche poi, capirai…

L’ultima non si capisce bene, ma giuro che sto bevendo acqua dentro la bottiglia dei succhi di frutta. La pubblico per un brindisi a te.  "Brindo a te, vergine stuprata!" (citazione da Profondo Rosso, che non so perché mi è venuta alla mente proprio ora)

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Di mediocri incontri si vive (Part II) La metro

Sulla piazza nera di gente il volo di corvi latenti

Sono quest’eterno assente da sé stesso che avanza sempre incontro al proprio cammino

 

 

 
Mi risveglierò in una vecchia città

 

La metro, l’orgoglio torinese. Tutta nuova e poi come va veloce neh, dodici minuti Corso Francia- Porta Nuova e non c’è neppure l’autista, se ti siedi nella prima macchina ti sembra di guidare te. Che bello quando raggiungerà anche il Lingotto. 


  

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Sullo sciopero generalizzato e altre cazzate

Sto per scendere di sotto e farmi un giro in mezzo al gran balllllon, in quel di Porta Pila, dove la domenica mattina quando esci ti sembra di essere a Casablanca piuttosto che in Piazza della Repubblica a Torino. Centinaia e centinaia di stranieri, tutti uomini, che parlano, urlano, discutono, vendono, rivendono. Lo chiamano il quartiere arabo. Ma non è un quartiere arabo, e tantomeno la Torino che ho lasciato dieci anni fa. Non so definire cosa sia quell’accozzaglia di gente in quella piazza. E mentre sguscio tra un kebap/kebab e una pizzeria cinese, penso se davvero c’è chi crede ancora che lo sciopero generalizzato fermerà la precarietà, lo sfruttamento, i cinesi che spuntano dappertutto e gli arabi che gestiscono negozi tutti uguali, alla faccia dei piani regolatori, di interi quartieri. Sto lottando, con fatica, per non farmi travolgere da una sottile e pericolosa forma di razzismo, quella che mi fa pensare "Ma perché io, a quarant’anni, la domenica sera mi ritrovo a prendere ordini da un ragazzino maschilista, privata quasi di quei diritti minimi delle donne che mia madre QUI ha conquistato anni fa?" Ed è con altrettanta fatica che mi rassegno a pensare che se il mondo è una palla, la terra di tutti e le culture si incontrano questo vuol dire anche perdere diritti e status conquistati.

Sto per scendere di sotto e affogarmi in quella calca, prima di andare al lavoro. L’altro giorno mi sono posta e ho posto una domanda semplice e banale, ma nessuno ha saputo rispondermi. Era quella che se per ogni persona che sta mediamente bene, ce ne deve essere una che muore di fame. Cioè, ma se ci fosse un mondo giusto, equo, saremmo tutti benestanti oppure poverissimi? Giuro che non lo so.  

Prima o poi vorrei raccontare di come sta procedendo la mia vertenza contro una cooperativa sociale. Una causa già vinta e una in corso, sindacati e avvocati privati e ricatti sui soldi che dovrei prendere. Gli unici che non rischiano li in mezzo sono gli avvocati, te pareva. E non ti fidi neppure più di loro. Ma poi, a chi interessa davvero la mafia delle cooperative sociali? Una volta scrivemmo una feature su indymedia sulla De-cooperazione e una parte del collettivo editoriale decise che era meglio non fosse pubblicata. Poi, vabbè leggo che la grande causa dei lavoratori dell’Artesia è finita a tarallucci e vino. Assunti con condizioni disastrose e non euro di rimborso per diritti violati etc etc. E io come posso pensare di recuperare quelle quindici mensilità che mi spettano dalla mia cooperativa sociale perché ho rifiutato il reintegro, o credere nella manifestazione del 17 novembre?

Per fortuna che esiste il tuttotrone e ogni tanto si ride un po’. 

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Cartoline da Torino

A richiesta.

 

Trollina versione decorosa/quotidiana. Via Madama Cristina, fermata dell’uno. Sto andando al lavoro, da una biNbina di sei anni, probabile dislessica. Facciamo i coNpiti insieme e giochiamo. Quattro ore al pomeriggio per tre giorni la settimana, sei eurini l’ora. 

 

Trollina, una nuova luce negli occhi. Che non è sorriso, né cipria, tantomeno amore. E’ qualcosa di molto più creativo, che di certo Tonazzi e Syd sapranno capire. Quaranta mg, il peso dell’anima

Trollina sul quattro. Sto rientrando a casa, Portapalazzo Via Borgodora, dove fanno il Balon. Fresca fresca, un paio di ore fa. Poi è salita la polizia, arrogante, con telecamere al seguito a chiedere i documenti. Io non li avevo. Ho detto alla telecamera che filmasse sua nonna e ho iniziato a fotografare il tutto con il telefonino. Ma non funzionava. Poi se ne sono andati.

 

Via Nizza, oggi. Foto tradimento. Settembre, Ottobre e anche un po’ Novembre, fantastici. Sole quasi sempre. Che si puo’ chiedere di piu’?

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E di nuovo cambio casa

"Lo scarafagio ha paura del toppo, il toppo ha paura del cane, il cane ha paura del suo padrone, il suo padrone ha paura di sua mollie, sua mollie ha paura delo scarafagio".

Da leggersi con accento arabo, perché è un proverbio di Marrakesh, che domenica sera il mio capo mi ha recitato con fare rassegnato, quando, durante un’accesa discussione su uomini e donne, gli ho detto "tanto in casa comandano le donne, con o senza il velo". Di tutta la discussione, che verteva sul presunto maschilismo islamico, vale la pena riportare solo questa risposta "E’ una donna, non ti posso dire se è una bella donna o meno, te lo potrà dire suo marito magari, oramai è una donna e basta. Se fosse una ragazza di venti ventitre anni, allora te lo saprei dire, ma lei oramai non si può piu’". La mia domanda era se trovasse attraente un’educatrice dei servizi sociali del Comune di Torino, che dovrebbe avere circa 36 anni.

C’è da dire che il mio capo ha 19 anni, quindi magari potrebbe in futuro cambiare idea sull’indefinibile aspetto fisico di donne ultraventicinquenni. Sveglio è sveglio, è in Italia da quando di anni ne aveva undici, e come si può immaginare si è fatto la sua piccola esperienza di immigrato. Ora va a "scola" la mattina e fa il "cuoco" la sera in una cucina multirazziale, che sforna di tutto a tempo record, dal pomeriggio a notte inoltrata per gente che viene a mangiare a gogò pagando niente altro che solo un euro in più la birretta. Beh, l’idea non è mica male e soprattutto funziona. Cioè una birretta per cinque invece di quattro euro e giù di orecchiette pomodoro e basilico, couss couss originale, arrosto, pesce, salami e ogni sorta di bontà melting pot. Io sono la sua aiutante, quella che pela le patate, lava pentoloni e prende ordini, per capirci. Il posto è una rumeria, anzi, "la rumeria" a Torino. Ci sono per l’appunto un sacco di rum, che una volta io faccio per versarmene uno a fine turno e Jaued, un altro ragazzino che sta al banco bar, mi dice "che fai ma sei pazza che quello costa 22 euro al cicchetto" (cicchetto uguale bicchierino mignon da liquore) ed io "ma c’è chi lo beve?" "certo". Vabbè, al solito, manco fa più incazzare il pensiero retorico che io ci metto mezza serata di lavoro per tirare su 22 euro e che invece c’è un altro se li beve in un nanosecondo. Di questi tempi una è ridotta a pensare che per fortuna alla fine esiste quel qualcun altro che si scola i rum a 22 euro il cicchetto che così fà andare avanti il locale ed io posso lavorarci il sabato e la domenica. Paga oraria in voga per baristi e affini in Torino e dintorni sono 6 euro. Zitti e filare. Anzi, non ti lamentare, che nei locali come questa rumeria, che ora come ora è un locale che "tira", la gente fa la fila per lavorarci. Io sono stata fortunata a finire a lavare pentoloni con Ajejé e non so manco come sia successo. Sarà che ci abito davanti da un paio di settimane, perché da un paio di settimana mi sono (ri)trasferita a Torino, perché "E di nuovo cambio casa" di Fossati non mi piace a caso ma è proprio la mia canzone. E poi anche perché "senza l’Italia Torino sarebbe più o meno la stessa, ma senza Torino l’Italia sarebbe molto diversa" (giochino, indovina l’autore della citazione!!) Dicevo, chissà come ci sono finita a lavorare lì. Ho chiesto un paio di volte ad uno dei soci della rumeria se non avesse, percasoperpiacereperfavoreperpietàfammilavorarechemiammazzo, bisogno di qualcuno a lavorare. E prima mi ha detto no. Poi la seconda volta mi ha chiesto se mi interessava fargli le pulizie di casa, (certo che si, avrei pulito anche i cessi della stazione) ed ora il sabato e la domenica mi ha proposto il lavaggio pentoloni al locale. Sarà che mi ha vista proprio giù di morale. Ei, non avevo davvero neppure più un euro! Anzi, ringrazio e mando baci al mio amico, che so che mi legge, e che mi ha fatto una ricarica al cellulare, che mi servivano i soldi per chiamare il mio Datore di Lavoro, prima di lavorare e non potevo farlo! Grazie S.!

Parlando a vanvera..le narcosale.

Un paio di settimane fa la Stampa nella cronaca di Torino non parlava d’altro che dell’apertura delle narcosale a Torino, della raccolta firme in corso, del documentario "La stanza dei figli" del regista Alessandro Orsi (ahahah regista, ahahah). Tutta la sinistra, Chiamparino compreso, sembrava essere d’accordo, quindi io, bevendo marocchino con brioche la mattina al bar mi dicevo, Minghia la sinistra d’accordo su sta roba? non è possibile. Quindi, per capirci di più vado a vedermi la proiezione del documentario del regista Alessandro Orsi (ahahah regista, aahahah) e scopro con orrore di essere una deficiente, perché ho sempre creduto che le narcosale, le stanze del buco, le shooting rooms fossero una sorta di stanza per la somministrazione controllata dell’eroina, invece, danno semplicemente le sprizze per bucare, personale sanitario assiste e aiuta, per chi  vuole, a trovare la vena, oppure interviene con il Narcan in caso di overdose. Il che non è poco, ma la somministrazione controllata, un passo concreto nella lotta contro la droga, è ancora utopia.

Cmq non è tutto così semplice come sembra, nel senso che a leggere la Stampa ti sembra che sia una storia oramai fatta, che la proposta sia passata, ma invece ci sono ingorghi politici e intrallazzi che non vi so spiegare perchè quella sera che sono andata a seguire la cosa, alla fine ho chiesto delucidazioni al mio amico, ma poi non lo sono stata a sentire che si era liberato un tavolo e la mia amica Elena mi urlava vieni a sederti a bere qualcosa e niente..vi aggiornerò. Tanto è una roba riformista, che bon chissà che delusione per quel vecchio tossico che aveva così commentato la notizia delle shooting rooms a Torino: "Minghia, se arriva la somministrazione controllata nelle narcosale mi faccio mettere la valvolina sottopelle, quelle che usano per le flebo, che le mie vene non reggono più". Poverino, chissà che delusione sapere che invece la dddroga se la dovrà ancora strapagare, quindi il mega progetto della valvolina per le endovene passerà in secondo piano.

Sotto, nella foto, il regista Alessandro Orsi (ahahah..).

Ou, Ale, hai fatto un bel lavoro, mi è piaciuto. Crudo al punto giusto. Vediamo come andrà a finire, riformismo a parte.

 

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E’ nata ‘na criatura

11 Settembre 2007

 
Da quel fatale giorno in cui fetidi pezzi di melma
fuoriuscirono dalle acque ed urlarono alle fredde stelle: "io sono l’uomo" il
nostro grande terrore è stato sempre la conoscenza della nostra mortalità. Da
stanotte lanceremo il guanto della scienza contro lo spaventoso volto della
morte stessa, stanotte noi ascenderemo nell’alto dei cieli, sfideremo il
terremoto, comanderemo il tuono, e penetreremo fino nel grembo dell’impervia
natura che ci circonda.

 

E’ con iNmenso orgoglio che metto al servizio della Causa questo umile blogghe per PEsentare al Popolo

 

 L’Opera Rivoluzionaria dei GoNpagni del P.G.M.I.

 

 
L’organo ufficiale del PGMI è SiberiaOnLine: ovvero la Bibbia del
Popolo gomunista, la Pravda della Causa Invincibile, la voce degli
oppressi, il pisello di Allah, la mazza ferrata del POletariato.
 

 

 
SiberiaOnLine è dalla parte del Giusto, del Plausibile e del PObabile, talvolta conteNporaneamente.
 
 
 
 
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[Speciale] Rubrica

Psicoposta

di Trollajandra Jodorowsky 

 

Speciale rubrica.

Trollajandra Jodorowsky risponde alle lettere inviate a Trollalia Aspesi nella rubrica "Questioni di cuore"

 

 

 

 

cara Trollalia, sono un giovane alle prime armi e mi piacerebbe
imparare a giocare coi cuori evitando la cattiva sorte. La questione
che più mi assilla è la seguente: meglio una donna o un kappa?
Ti ringrazio per i preziosi consigli! A presto

Comment by
novus
(09/05/2007 21:31) 

         

Caro novus, meglio un kappa.

Però, a proposito di "giocare con i cuori", sappia che non può esistere una creatività efficace se non è accompagnata da una buona tecnica. E la tecnica, senza arte, distrugge la vita.

Un kappa, una Donna, e una pinacola ad armi pari. Senza jollies, of course.

 

 

 

 

Canzone consigliata "Carte da decifrare" Ivano Fossati

Album Consigliato "Songs to save your life" Morrissey

 

 

 

 

 

carissima dottoressa Trollalia , ho due questioni da sottoporLE.

1) il mio marshall valvestate 8020 mi sta lentamente abbandonando, sto pensando ad un sostituto. i papabili:

vox pathfinder 15r: ottimo prezzo, pare buon suond, effetti digitali inclusi

epiphone valve special: valvolare, effetti digitali

il secondo costa più di 100€ in più, ma è valvolare. ora, per
suonare in casa ma non a volumi notturni il marshall va benissimo,
pulito per me accettabile e distorsione versatile. gli ampli su
elencati hanno, come dire, una certa affinità e magari superiorità nei
confronti del mio vecchio? l’epiphone, coi suoi 5w valvolari è potente
circa come il vox, che ne ha 15 a transistor?

2) ho un’acustica della yamaha, modello fg403. certo è un modello
economico, ha quindi qualche difetto, in particolare delle corde
durissime. le ho cambiate ma ancora niente, anche smanettando col
manico nulla, pena curvarlo troppo. anche la action non è delle
migliori, ma è accettabile, è proprio la durezza delle corde che
m’inquieta. se montassi delle 0.9? quali sono le più morbide in
assoluto?

attendo speranzoso nonchè adorante.

Comment by
cuoreinfranto 66
(09/06/2007 20:26)
                                                                   
         

Credo lei sia una persona che molto ha sofferto. Come un treno di
ferro, con un cuore di calce e il soffio di acido e di veleno. Una
valanga d’amore contro un bicchiere di aceto. Uno che tiene i suoi anni
al guinzaglio, diciamo. Secondo me pensa pure di essere bruttino, vero? Non faccia così. Le donne amano ben altre qualità. Un bel pistolotto per esempio. Non importa quanto lungo o filiforme, ma che sia bello, nel senso di attivo. Lo sapeva questo? E perché le parlo di questo? Perché lei non ama il suo pisello e sublima sugli impianti acustici, banale banale..

Le racconto una storiella: 

Una grande montagna impediva con la propria ombra al villaggio costruito ai suoi piedi di godersi i raggi del sole. I bambini erano rachitici. Una mattina gli abitanti videro il più anziano del paese camminare per strada, con in mano un cucchiaino di porcellana. "Dove vai?" gli domandarono. "Vado sulla montagna" rispose. "Perché?" "Per toglierla di lì". "Con che cosa?" "Con questo cucchiaio." I paesani scoppiarono a ridere. "Non ce la farai mai!" Il vecchio rispose "Lo so: non ce la farò mai. Però qualcuno deve pure cominciare".

Ecco. Rifletta e auguroni. E si iscriva in palestra.  

 

 

 

Canzone consigliata "Lu Cardillu" 24 Grana

Album consigliato "Signora Bovary" Francesco Guccini 

 

 

 

 

cara Trollalia…la mia situazione e’ un briciolo incasinata. io amo
Albergo ma tutte le donne mi corrono dietro, quindi non posso fare
finta che non esistano. quindi devo per forza accontentarle e questo mi
rende nervoso perche’ l’unico che non accontento è l’amore mio. a lui
sta bene, mi capisce ma poi si fa accontentare da altre. quindi il
nostro amore frocio/platonico si disperde in mille vagine anonime o
quasi. come dobbiamo fare? conta che ogni tanto dormiamo insieme ma
siamo talmente stremati dalle mille e una donna fatte felici che ci
addormentiamo come angioletti, senza esserci scopati. aiutaci tu!

Comment by
hotello
(09/06/2007 22:12)
 
Caro hotello, lei di certo è stato partorito col cesareo. Mi dispiace per lei , ma si è perso l’odore primordiale della vagina e questo la condanna a farsi rincorrere dalle vagine tutta una vita, oltre  che a praticare cunnilingus senza piacere. 
 
La sua omosessualità latente non servirà a tirarla fuori dal conflitto. Inizi a praticare la psicomagia, che si basa essenzialmente sul fatto che l’inconscio accetta il simbolo e la metafora, dando loro la stessa importanza che darebbe ad un fatto reale. I maghi e gli sciamani delle culture più antiche lo sapevano bene. Per l’inconscio, intervenire su di una fotografia, una tomba, un capo d’abbigliamento o qualsiasi oggetto personale (un dettaglio può simboleggiare il tutto) equivale a intervenire sulla persona in carne ed ossa. Ho guarito diversi casi di frigidità femminile -quando ho rilevato una ossessione di genere sessuale nei confronti del padre- consigliando di far stampare sopra una maglietta una foto del progenitore e di fare l’amore col partner mentre indossa la maglietta. Realizzando l’incesto, anche se in modo metaforico, si riesce a superarlo. Ecco lei si stampi sulla maglietta una bella fica, non anonima, ma col nome di sua madre. Spero di risentirla, per gli esiti
 
 
 
 
 
 
 
 
Canzoni consigliate "Patrizia" e "Non è nel cuore" di Eugenio Finardi
 
Album consigliato "Manicomi" Van des Froos 
 
 
 
 
 
Cara Dottoressa Trollalia,

le scrivo perchè da un po’di tempo con il mio Lui non è più come agli
inizi. Da circa una settimana non mi rivolge più la parola e se ne sta
zitto sul divano fisso a guardare MediaShopping. Per il mio lavoro esco
molto presto la mattina, e rientro tardi la sera crollando subito dalla
stanchezza, e lo trovo sempre lì quando esco e lì quando rientro,
nemmeno cena con me e temo che non venga neppure più a letto la notte.
Ho paura che possa essere colpa mia, di averlo trascurato, o di
lasciarlo troppo solo a causa del mio lavoro. Oppure di non essere in
grado di capire un suo eventuale momento di difficoltà. Effettivamente
ho pensato a quest’ultima ipotesi, specie da quando ho notato che si
sta lasciando un po’andare: ho notato che sono giorni che non si cambia
d’abito, i suoi vestiti cominciano a presentare strane macchie,
comincia anche a puzzare un po’ e il suo colorito tende al blu in
maniera preoccupante. Cosa mi consiglia? Vorrei provare a scuoterlo, ma
ho paura della sua reazione o non reazione…

Distratta69

Comment by
Syd
(09/07/2007 14:10)
 

Depressione. Questa nemica. Alle persone
depresse è bene rivolgere la domanda "Se non esistessero leggi e tutto
ti fosse concesso, chi ammazzeresti e come?" Aiutandole cosi a compiere
i loro delitti in modo metaforico. Inoltre a queste persone è utile
consigliare di fare qulcosa che non hanno mai fatto e nemmeno
immaginato: per esempio un viaggio in mongolfiera e lanciare dall’alto
sette chili di semi sulla terra. O dipingersi un autoritratto con il
sangue del mestruo. O, pur essendo un uomo, prendere lezioni di danza
del ventre. Oppure offrire un fiore al primo calvo che si incontra per
strada chiedendogli il permesso di baciargli la pelata. Nel caso del suo compagno, lo lasci comprare tutto quello che desidera a Media Shopping. Oppure, in
ultimo, e non meno importante. Si faccia un amante, cara Distratta69 e poi lo rivendichi con il suo uomo. E sarà di nuovo
passione.

 

 

Canzone consigliata "La cura" Franco Battiato

Album consigliato "Lindbergh" Ivano Fossati

 

 

 

 

 E a me consiglio

Ojalá pase algo que te borre de pronto,
una luz cegadora, un disparo de nieve.
Ojalá por lo menos que me lleve la muerte,
para no verte tanto, para no verte siempre

En todos los segundos, en todas las visiones.
Ojalá que no pueda tocarte ni en canciones.

 

[e ora fottetevi tutti, chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento] Trollajandra. 

 
 
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Rubrica

Questioni di cuore

di Trollalia Aspesi

Le lettere per Trollalia Aspesi vanno indirizzate alla redazione di "Noblogs" www.noblogs.org

 

Se mio marito mi scrive versi

Cara Trollalia, vorrei sottoporle questo breve componimento poetico di mio marito, perché, spero, pur sempre di amore si tratta. Non desidero, invero, avere un giudizio estetico su questi versi, ma sul messaggio che l’autore intende trasmettere alla persona a cui sono dirette, io.

Ecco i versi: "A monna Laura, per il suo cinquantesimo genetliaco con molta reverenza e grandi lodi, per la sua beltà d’animo e di persona, per le sue maniere gentili, per la sua seduttività fascinosa".

Lettera Firmata Milano


Dopo eterne meditazioni per la sua lettera, sono riuscita a dissolvere il mio intelletto nel corpo. Ma con ogni evidenza, signora, non riuscirò a percepire nella sua interezza quello che nel poema di suo marito c’è di reale. In ogni caso sappia che le ferite che ci fanno soffrire non sono soltanto nostre ma dell’umanità intera e tramite esse assorbiamo la sofferenza altrui, per farla circolare nel nostro sangue, che è un balsamo, e la trasforma in felicità.

 

 

Sono gay. Lui mi ha baciato 

Sono
un uomo di 44 anni serenamente omosessuale anche se purtroppo senza
ancora un fidanzato fisso. Vivo a Firenze con mia madre e mia zia,
entrambe informate, senza drammi, che non mi sposerò mai perché
preferisco la compagnia maschile. 

Lavoro come dirigente in una grande azienda vinicola in tutto il mondo.
Il mio problema è che da qualche mese ho iniziato un flirt con un uomo
di 56 anni, non bello ma molto affascinante, esuberante, virile e in
perfetta forma fisica. L’altra sera ho voluto invitarlo a cena a casa
mia tanto che maman et ma tante sono già al mare, un cena preparata da
me con tanto di rose Ispiration colte direttamente dalla nostra
terrazza. Premetto che: una sera ci siamo baciati in macchina, molto,
mi ha detto che avrebbe voluto fare l’amore con me, mi ha offerto due
volte il cappuccino. Al mio invito ha risposto di no, proponendomi di
andare a casa sua. Ho incartato le rose e le ho portate come dono,
suono il campanello e mi aprono la porta due bambini di 8 e 9 anni,
primo colpo al cuore, entro e mi appare una bella signora bionda molto
chic, secondo colpo al cuore, avanzo verso un grande salotto e vedo lui
che si alza immediatamente per salutarmi, penso sia un brutto sogno. Le
chiedo: perché presentarmi a tutta la famiglia? Il gelato a fine pasto
era ottimo e la signora mi ha chiesto dove potesse trovare in vendita
la qualità delle mie rose.

Carlo Firenze 

Mi viene in mente una favola di Esopo: Arriva un moscerino e si posa su un orecchio di un bue. Esclama: "Sono arrivato!". Il bue continua ad arare. Dopo un po’ il moscerino decide di andarsene. Esclama: "Me ne vado!". Il bue continua ad arare. Oppure, per lei, una lezione paradossale, simile ad un koan. "La pantomima è l’arte di non fare movimenti". "La forza più grande è quella che non si usa". "Se il mimo non è debole, non è un mimo". "L’essenza della vita è la lotta contro il peso"

 

 

L’amante 

Cara Trollalia, ho 40 anni e credevo di essere immune da queste cose, eppure mi è successo. Mi ritrovo nel ruolo dell’amante di un uomo più giovane di me. Lui convive da circa un anno, io non so altro perché credo sia meglio così. Mi ha proposto di "provare a vedere come va la nostra storia". Ma come si può fare andare avanti una storia che non è storia vera soprattutto perché io non riesco ad essere me stessa nel ruolo di amante? Ti prego sono disperata, aiutami!!

tipitipitì@hotmail.com

 

 

 

 

Non so che cosa faccio, ma so che sono fatto da ciò che faccio.

 

 

 

 

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Amenità

A me non piacciono le fragole, ciò
che mi piace è il gusto delle fragole nelle fragole.

A me non piacciono i baci, ciò che
mi piace è il gusto dei baci nei baci.

A me non piacciono i coglioni, ciò
che mi piace è il gusto dei coglioni nei coglioni.

A me non piacciono i culi, ciò che
mi piace è il gusto dei culi, nei culi.

Sarà la luna nuova di Settembre, o che ho letto un paio di post su noblogs che mi hanno rattristata ancora di più, ma ecco, non si può sempre cazzeggiare. Quando ero ggiovane, più mi sentivo a pezzi e più ridevo, o per lo meno cercavo di farlo che mi riusciva bene. Ricordo di serate con amici a ridere senza fiato e poi il ritorno a casa, e lacrime sul cuscino. Ma ora anche no. Se sto male non rido più per finta. Sono cresciuta e mi tocca, come si dice, occuparmi di cose più serie, costruir su macerie e mantenermi viva. Stasera potrei scrivere un bell’elenco di sfighe giusto per far si che chi mi legge dica che è fortunato, oppure condivida e si risollevi un po’, si sa condivedere gli affanni è sempre cosa consigliabile, oppure si butti ancora più giù, ma non so quanta sia la voglia, che tirare fuori le sfighe fa sempre un po’ troppo sfigato e noioso.

E allora partiamo dalle tragedie? Partiamo dalle tragedie. Niente fuori dal comune, anche qui. Umanissima tragedia. Un’amica, carissima amica, le mie radici, che si è ammalata di cancro al seno. Nonostante il controllo di prassi in ospedale, quel tipo di controlli che io non faccio, quelli che ti chiamano ad una certa età per la mammografia preventiva e ti spiegano anche come palparti le tette, quelle cose lì, insomma quelle carte che io cestino e che oggi ancora di più mi convinco che faccio bene a cestinare. Perché lei sei mesi fa è stata in ospedale a fare questi controlli e non aveva niente e ora, solo sei fottuti mesi dopo, ha una massa tumorale talmente grande da non essere asportabile e metastasi sulle ossa in tre parti del corpo. Chemio inutile e altra chemio meno inutile, capelli persi e fra poco radioterapia. Noi qui a Torino abbiamo uno degli Istituti più all’avanguardia in Europa, che lavora pari passo con la Francia e lei si sta curando li, con la mutua. Perché ne parlo? Perché lei mi ha raccontato di aver incontrato gente all’istituto che le ha raccontato che. Perché niente, voglio che chi legge odii Umberto Veronesi e ci tagli possibilmente il cazzo.

Sì, perché può essere solo una questione di cazzo quella di arricchirsi sulla morte altrui, che pazienza i becchini e pompe funebri, ma qui non è propriamente la stessa cosa. Qui non si tratta della solita storia che il ricco può avere cure migliori per un qualsiasi cazzillo, che può permettersi dentisti all’avanguardia o rifarsi tette culo e figa, o l’assicurazione in Ammerica. Qui si tratta di farsi pagare quando una persona rischia la morte. Arricchirsi sulla disperazione e sulla paura. Per una visita Veronesi chiede un 10.000 € senò la sua faccia da culo non la vedi. E poi se sborsi i 10.000 c’è il resto del conto per la clinica. Certo vien da dirsi che se con la mutua uno ha la possibilità di farsi curare in uno dei migliori Istituti in Europa, allora Veronesi fa bene a spillare soldi ai ricconi che si vogliono far spillare solo perché lui è Veronesi. Ma io dico che no, che davanti alla strizza della morte siamo tutti uguali, ricchi e sottoproletari, diventiamo tutti un po’ merdine, che lui calpesta. E chissà, oi, quanti poveracci si indebitano con amici e parenti per una sua visita.

Mi fermo alla tragedia e vi risparmio le sfighe, che di fronte alla morte, tutto il resto, deve perdere importanza. Anche se non è così e domattina la mia giornata sarà come le molte ultimamente: sul sofà, nemico degli aspirapolveri di tutte le città. A reprimere una rabbia che presto, temo, si trasformerà in depressione.

Assieme a me dio-il-cane e la sua lingua
che come uno strale squarcia la crosta
della doppia calotta a volta
della terra che prude
Ed ecco il triangolo d’acqua
che si avvia con passo di cimice
ma che sotto l’ardente cimice
si rigira come lama di coltello
Sotto il seno dell’orrida terra
dio-la-cagna si è ritirato
grembo della terra e acqua gelata
corrompono la sua lingua profonda
Ed ecco apparire la vergine-del-martello
per frantumare le cantine interrate
dove il cranio del cane astrale
sente salire l’orribile livello

(lui è Antonin Artaud, che in serate come questa va sempre bene) 

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E prendiamola fra le braccia questa vita danzante

 
       Io stasera se potessi pescare un desiderio, vorrei solo cullarmi nelle tue
parole, poi prendere sonno gradualmente. Leggendole, spezzandole e ricomponendole in modo diverso ogni volta. Poi vorrei piano piano trasformarle in immagini notturne e poi dormirci
addosso e svegliarmici avvinghiato
             
 
 
 
 
 
Credo di essere anche fortunata.
Perché qualcuno mi ha scritto queste parole 

 

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