Pillolina

La mia stanza si affaccia su Via Ormea angolo Via Pio IX e dalla mia finestra vedo le finestre di una comunità per minori stranieri, gestita dai Salesiani. Le scarpe da ginnastica allineate sui davanzali, scorci di letti a castello e corpi a metà che ballano una musica a tutto volume. Alla sinistra un cortile per giocare a calcio, sempre affollatissimo.
Via Ormea poi è anche la via delle puttane storiche di Torino. Non sono tossiche, né slave o rumene, quelle stanno in Corso Massimo, la parallela dopo. Sono le ultime lucciole italiane da marciapiede, che passano la giornata nel loro angolo. Molti i travestiti che salutano con un "ciao cara". Conoscono tutti, controllano tutto. Sono l’ordine nel disordine, la legalità nell’illegalità. Non ci sono furtarelli di borsette in Via Ormea. Non si spaccia in Via Ormea. Questa è zona delle puttane.
Per l’eroina dei nordafricani devi andare in Via Berthollet, un paio di traverse più in là, per la cocaina dei neri, in Via Baretti, due parallele dopo.
Se invece ti sposti in via Nizza, lì ci sono le puttane arabe. Senza il velo, con i jeans a vita bassa che fasciano i loro culoni, stanno sotto i portici o appoggiate ai portoni. Le senti dire "andiamo bello" al pensionato che è in cerca di sesso, oppure urlare come pazze perché stanno litigando fra loro.
Nel quartiere market cinesi, parrucchieri nigeriani, negozi di abbigliamento etnico, sarti senegalesi, macellai arabi, kebab, vecchie piole piemontesi, sedi di associazioni per l’integrazione culturale, per le donne straniere, locali per gay, western union, rivendite di schede telefoniche abusive.
Una pizzeria "Il ritorno dei Savoia" ha un che di fatiscente e nostalgico.
Sembrerebbe un qualsiasi altro quartiere, come Porta Palazzo, regalato agli immigrati. (cioè, regalato mica. Volevo metterci un po’ di poesia. Semmai venduto a caro prezzo con affitti alle stelle, cercate di capirmi).
Ma al mercato che vive ogni mattino l’agorà di Via Madama Cristina, ecco spuntare le vecchie famiglie piemontesi che vanno a comprarsi la rucola selvatica e la valeriana della Val Susa, il formaggio stagionato di Sampeyre e le nocciole delle langhe. Mentre la notte gli studenti riempiono i locali di tendenza e si respira un profumo di avanguardia che è solo torinese.
Sarà per quest’aria multietnica che i quattro canadesi alternativi incontrati ieri erano così affascinati mentre entravano in un internet point sgangherato e minimalista, uno dei tanti, gestito da un collettivo africano.
Lo ha scritto anche La Stampa che gli stranieri venuti qui per la Fiera del Libro sono affascinati da San Salvario. Anch’io, nonostante tutto.
Ma oggi che proprio qui in Via Madama Cristina, c’era il corteo, io me ne sono tenuta lontana. Ho solo respirato i rumori e qualche vigile che delineava il percorso e le zone rosse.
Sono andata dalla parte opposta della città e l’ultima cosa che desideravo era vedere un’altra manifestazione.

Bruciare bandiere.
Tipico della sinistra quello di lanciare messaggi ambigui per poi essere costretti a cercare di spiegarli con fiumi di pagine di parole parole parole, più o meno intellettuali e più o meno alla portata di tutti.
"Intanto quello di bruciare qualcosa, anche se sembrerebbe violento, non lo è perché di fatto non è violento perché è solo un’azione dimostrativa, una metafora nell’immaginario collettivo, infatti noi bruciamo la bandiera perché la bandiera è un simbolo, pero’ noi non vogliamo bruciare Israele, ma solo il suo Stato, che è entità altra dal popolo, è difficile spiegare il concetto di Stato Nazione, noi in realtà vorremmo bruciare tutti gli Stati, e se non fosse che il popolo palestinese è quello oppresso, noi ci bruceremmo anche la loro di bandiera, ma non possiamo farlo sennò voi non capireste nulla, invece dovete capire che bruciamo solo quella di Israele perché è lo Stato oppressore, e i palestinesi alla fine hanno anche loro diritto al loro Staticino, ma solo perché messi alla fame da quello di Israele. Quindi noi, dicevamo, non vogliamo lo Stato perché siamo di sinistra, anche se oggi sinistra è un concetto vuoto, ma non siamo di certo di centro sinistra, tantomeno di quella estrema istituzionale, traditora e opportunista, noi siamo comunisti veri. Ma non siamo di certo come quel comunismo reale di Stalin o Mao, noi in realtà non vogliamo lo Stato, sapete quella storia dell’estinzione dello Stato, come dicono i comunisti libertari di Marx e Engels rivisti da Maximilien Rubel. Ecco il comunismo libertario, una sorta di anarchia, ma non l’anarchia che intendete voi, con l’accezione negativa che si legge sul dizionario Paravia on line, non il disordine totale, ma l’anarchia di Bakunin, della Rivoluzione Spagnola, non l’anarchia individualista che è un po’ destroide, ma quella collettiva..Ecco, questo è il messaggio che vogliamo trasmettere quando bruciamo la bandiera di Israele"

Io credo che alla Palestina ci abbiamo (anzi ci avete, va) portato un po’ sfiga.

This entry was posted in Contemporaneo. Bookmark the permalink.

10 Responses to Pillolina

  1. cico says:

    Stasera ho deciso di stressarti, forse debbo anch’io aprirmi un blog.

    Sto leggendo due libri insieme:
    “Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi” – Casa editrice in lingue estere, Pechino – 1964
    “All’ombra di Mao” di Federico Rampini – Mondadori – 2006

    Il primo, supervisionato da Mao stesso, un po’ di coccio (non aspettatevi comunque roba alla PMLI), è in polemica col nostro (la nuora) perché la suocera (Kruscev) intenda, ma si vede che è un figlio del popolo.
    Il secondo raffinato, puro gossip ma raffinato, si vede che è un gran fijo de na (e permesso il sessimo qui?).
    Il primo nasce da una famiglia contadina che grazie al lavoro può permettergli di accedere agli studi di secondo livello. Non raggiungerà la laurea ma non si separerà mai dai libri.
    Il secondo nasce nella Genova rossa degli anni cinquanta e approda alla Bocconi dove la retta minima equivale a quattro mesi di stipendio d’un camallo. Si laurea con Mario Monti. Inizia la sua carriera giornalistica sul settimanale della FGCI per guadagnarsi infine la carica di vicedirettore del Sole 24 ore. Passa poi a Repubblica, apre un ufficio a Shangai e comincia a vestire come un santone.

    Passi salienti del primo:
    “Nel Pacifico, gli Stati Uniti controllano attualmente zone più vaste di tutte le vecchie sfere d’influenza britanniche messe insieme… Da lungo tempo controllano l’America Centrale ed il Sud America… Usando vari pretesti, gli Stati Uniti prendono misure su larga scala e creano basi militari in numerosi paesi… E’ vero che queste basi militari sono dirette contro l’Unione Sovietica. Tuttavia attualmente non è l’Unione Sovietica, ma sono i paesi in cui queste basi sono dislocate a subire l’aggressione degli Stati Uniti. Il compagno Togliatti e certi compagni… sostengono che “è possibile evitare piccole guerre locali” e ritengono che “la guerra divenga impossibile nella società umana, anche se il socialismo non avrà ancora vinto dappertutto” (segue colonna sonora di Raiders on the Storm)

    Passi salienti del secondo:
    “La scorciatoia della demonizzazione, la spiegazione psicopatologica, evita la messa in discussione delle responsabilità collettive (Dies Irae, dies illa). C’è un intero gruppo dirigente, vivo e vegeto, potente e arrogante, al governo della più grande nazione del pianeta, che deve rendere conto del sistem che ha consentito a Mao di essere Mao. (solvet saeclum in favilla) Oltre ai dirigenti, anche l’intero popolo cinese non potrà risparmiarsi un giorno il dovere doloroso dell’autocoscienza, (teste David cum Sybilla) non potrà eludere l’obbligo morale di spiegare perchè precipitò nella barbarie (Quantus tremor est futurus). I processi sommari ai “traditori” nelle piazze gremite di gente che applaudiva e inveiva, la gogna pubblica, le delazioni contro i colleghi, gli amici e i parenti: com’è stato possibile? (Quando judex est venturus) La teoria è un alibi che rinvia la resa dei conti con il passato.(Cuncta stricte discussurus)

    Con buona pace dei banchieri suoi amici (fatta salva la buonanima, si intende).

    E mo’ me vado a cuccà che domani se lavora…

  2. tro says:

    messa come la dicevo io era da intendersi che mediaticamente ha vinto Israele, e che l’abbaglio come lo chiami tu non è stato gestito a livello di comunicazione in maniera furba. E’ passato il solito messaggio degli estremisti violenti, e la strumentalizzazione fatta da quel verme che è Fini non era poi così fuori luogo.
    Se poi ci metti un Ferrero (cito lui in quanto è uno dei pochi che stimo un po’) che ci risponde “un conto è bruciare una bandiera, un conto è ammazzare un ragazzo” senza specificare perché si bruciano le bandiere, allora ha proprio vinto Fini.
    Per il resto, gli schieramenti a gamba tesa pro talebani, hezbollah, palestina, tibet etc etc sono un discorso delicato, e mi rendo conto che un messaggio di solidarietà verso l’oppresso deve passare.
    ma non credo sia quello di bruciare le bandiere

  3. humanoide says:

    o forse è la palestina che ha portato un po’ di sfiga a noi?
    ovviamente è una provocazione, ma bisognerebbe ragionare sul fatto che certe componenti del movimento sono talmente abbagliate dalla questione palestinese da non cogliere le contraddizioni insite in essa.
    (comunque solidarietà ai palestinesi)

  4. tro says:

    HCE:
    in questo periodo non riesco neppure a prendermi sul serio per tagliarmi i capelli. Sono lunghissimi, selvaggiosissimi, pesantissimi e non so che farne. Non ho le energie per farmeli tagliare!!! Credo, come già ho fatto, che chiederò aiuto alla fedele sorella, la quale userà le forbici del pollo allo spiedo!
    seriamente, molto seriamente:
    se devo prendere sul serio i vostri commenti -ma proprio non ci riesco, scusate :)- beh penso che, al di là dell’essere in un certo senso “portati”, per provare a scrivere ci vuole non ben poca fatica, oltre a studio, cultura, ricerca.. e..proprio no! 🙂
    non avrei mai la pazienza di farlo, anche perché non amo farlo. Il blog è un blog, è una cazzatina, mi piace comunicare, così alla leggera, ho da dire, dico..
    ma già a scrivere una roba qui fatico. Quando lo faccio e apro l’amministrazione vorrei aver finito prima di iniziare..non so se mi spiego.
    Se proprio dovessi inseguire un desiderio represso, qualcosa di..artistico, e se potessi tornare indietro, mi piacerebbe la musica.
    Ma mi accontento di guardare X Factor. E tifo Ilaria e I Cluster 🙂
    baci

    Novus: non è che il tuo allontanarti da internet ha a che fare con l’ultimo incontro, eh?
    Ok, me ne farò una ragione, ma prima la foto. Obbligatoriamente.

  5. novus says:

    Che spasso! La delicatezza con cui descrivi certe contraddizioni ce l’hai solo tu.

    Accodandomi alle posizioni di manco e di HCE, ti mando un bacione e ti informo che probabilmnete nei prossimi periodi i miei commenti saranno sempre più sporadici, perché starò sempre meno su internet.

    La foto cmq è in preparazione…

    ciao!

  6. HCE says:

    mica tanto!
    perché credi che ci siamo rimasti così male quando hai chiuso il blog, anche se per poco?
    perché scrivi con quel tot di anima e di quel tot di cose reali che non si trovano facilmente.
    magari è una cosa che potresti fare prendendoti un pò più sul serio, chissà

    PS: grazie per aver ripristinato un pò di vecchi aritcoli, se hai voglia di continuare ne varrebbe la pena.

  7. tro says:

    l’hai proprio sparata grossa.. 🙂

  8. manco says:

    Bellissimo e colorato lo spaccato di vita quotidiana di S. Salvario; un piccolo ma prezioso cameo narrativo. Secondo me dovresti pensare seriamente di raccogliere il tutto e cominciare a buttare giù la struttura di qualcosa di più organico…che so…una breve storia, una novella, o addirittura…un breve romanzo. L’ho sparata grossa?
    Mi rendo conto che è un impegno notevole, ma, secondo me, da umile appassionato di lettura, hai la stoffa almeno per provarci.

    Sempre tuo affezionatissimo… :)))

  9. tro says:

    spe che l’avevo pure pubblicato con degli strafalcioni enormi!
    ora ho corretto!
    Un bacio grande, volevo salutarti ai commenti nell’altro post subito ma lo faccio qui ora!
    Ei grazie.. 🙂 davvero

  10. FikaSicula says:

    Sto ridendo con le lacrime 😀
    Non potevi fare una sintesi migliore…

    ‘notte bella :*

Comments are closed.