E di nuovo

Credevo di essere diventata internazionale, che mi hanno linkata qui, sotto la categoria alfa

http://nebardi.wordpress.com/

misteri dei blog come son finita li. non ho indagato perché è scritto in portoghese, pero’ dopo che dall’amministrazione sono andata in quel sito lo spam ha invaso il blog e così avevo levato i commenti, che io non so mettere l’antispam, sono pigra in queste cose, ora i commenti ci sono di nuovo.

Domenica è stata una giornataccia. Dovevo salutare i miei ragazzi ed io non reggo queste cose. La pupetta mi telefona e mi dice "senti non andare in comunità, sono usciti tutti, vieni prima da me". E così mi trovo alle Vallette, quartiere popolare torinese, ad una festa a sorpresa in mio onore. Io e loro, tutti quindicenni, con musica pop-killer, che nessuno ha saputo dirmi perché si chiama così. Spumante,limoncello, e confidenze sul balcone. La canna no, cazzo, sono pur sempre la tua educatrice, facciamo che io me ne torno in comunità che devo fare il diario di bordo e ti aspetto li. Facciamo finta che non ho sentito niente, che con che faccia ti faccio la morale sulle canne, ma fumarla davanti a me no, eh.
Compromessi necessariamente inevitabili.

Torno in comunità, credendo che gli altri ragazzi siano ancora fuori, invece stanno preparando un cartellone di saluti per me. Retorici parrebbe, ma non lo sono.
Grazie per il tuo aiuto, sei speciale. Frasi adolescenziali, ma io lo so che per loro sono vere. Per me molto meno.
Poi si canta al karaoke. Io: "Occhi di ragazzaaaa quanti cieli quanti mari che vi aspettanooo". Loro: "Regina di cuoooori" Uff e che palle Pelù, dico io e allora propongo Celentano "Sotto le lenzuola". Fischi. "Non capite un cazzo" dico, ma manco ci credo io, mi scappa da ridere. Mi  piace prenderli per il culo.
E poi, decisione unanime, tutti in coro, "I giardini di marzo". Da tagliarsi le vene.
Controllo i vetri..non stanno per saltare.
E poi ancora "Fotoromanza" Se qualcuno sentisse le urla, chiamerebbe il 118 penso.
Ma la stanza del karaoke ce l’ha regalata la Juventus. Mica si scherza, è super insonorizzata bellissima, con batteria, strumenti, computers.
A cena niente discorsi di rito per me, non mi piacciono, e poi sapere cosa dire è come sapere cosa fare e dove andare, ed io non so.


E poi, inevitabili, le lacrime, le loro. Mi pesano, penso lasciatemi andare, non ce la faccio proprio più, devo andare. Sopporto a malapena i loro abbracci, mi stanno strappando a pezzi, Non ho proprio voglia di fare spazio al dolore, questa volta non voglio proprio sentire.
La pupetta mi accompagna al tram. Silenzio. Io le dico che non so cosa dire, che già le ho detto tutto. Lei annuisce. Alla fermata già il nove sta arrivando. Le dico "Lo prendo, non aspetto il prossimo" Abbraccio, salgo, saluto, lei mi manda baci e poi scoppia a piangere.
Saluto, giro la schiena non voglio vedere, mi siedo. E’ andata.

E di nuovo cambio casa
come cambia l’orizzonte, il tempo, e il modo di vedere
cambio posto e chiedo scusa,
ma qui non c’è nessuno come me

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