Xenofobia

Piove. E’ la giornata giusta per indossare un maglioncino di cotone
bianco, quelli che usi un paio di volte l’anno perché prima fà troppo
freddo e poi troppo caldo. Prima di uscire apro la finestra per
arieggiare. Di solito è chiusa; le urla internazionali che arrivano dal
campetto di calcio che sta di fronte sono dannatamente invadenti. Alla
finestra vedo il rito solito del ragazzino arabo: con la
tunica bianca lunga fino ai piedi è inginocchiato a terra e prega.
Ridicolo ai miei occhi, come ridicolo è il prete cattolico, che vestito
di viola incensa la bara del morto al funerale. E come ridicole sono le
"nostre" preghiere: Ave o Maria, piena di grazia. Salve o Regina, madre
di misericordia. Padre Nostro che sei nei cieli. Angelo di Dio, che sei il mio custode.

Fumare le canne mi riempie di paranoia, mi rammollisce e mi fa mal
di denti. Ho smesso da tempo, ma a 16 anni mi faceva ridere. In
seguito avrei apprezzato erba e hashish per certe intuizioni che
normalmente non riuscivo a cogliere, oppure perché mi sembrava di
strimpellare meglio la chitarra, ma allora ridevo e basta. C’è sempre
un amico con cui riesci a ridere meglio e questa era Cinzia. Dalla
provincia, in macchina con amici, si rollavano canne dal pezzo di
fumo che non poteva mai mancare e si arrivava a girovagare per Torino la notte. Noi due sedute dietro, poche parole, gli Ultravox nello stereo
mangiacassette, sguardi al finestrino. Poi gli altri scendevano per
una birra in un locale, mentre noi preferivamo rimanere sedute a goderci
lo sballo di ridere. "Teh, ma se Padre Nostro esistesse
davvero, ti rendi conto di quante risate si farebbe a guardarci dall’alto dei cieli?"  "Immaginalo che ci guarda, come stasera che ci siamo
persi per Torino, ahahahah!" "Ahahahah si! Lui che vede la nostra mini
rossa che vaga per le strade" "Ahahaha sì! Vede la macchina piccola come un puntino e dice ecco questi qui se la sono comprata
rossa, piuttosto che lunga e grigia con il marimittone, ahahahah!" "E
quando ci vede salire sugli aerei? Guarda questi deficienti che si sono costruiti l’uccellone per volare, ahahahha".

Esco,
continua a piovere. Passo per il mercato di Piazza Madama, mi
servirebbe il solito reggiseno che non trovo, provo a cercarlo e
intanto infilo in tasca una mutanda carina, a fiorellini. Una sola, mai
esagerare. Entro nel mio market cinese preferito. Sozzissimo, un odore
pungente, sembra frutta marcia o piscio, forse è il piscio all’angolo dei cani e della gentaglia che si compra lì la lattina di birra
sottocosto. Una sola telecamera piazzata in un angolo non dovrebbe
riuscire a riprendermi mentre nell’altro angolo infilo in borsa la
crema colorante Garnier per ricoprire i capelli bianchi. Chissà se mi vorrebbero condannare a morte se e quando mi beccheranno, o semplicemente chiederanno l’aiuto delle
istituzioni italiane.

Chissà cos’è, mi chiedo intanto che sono alla cassa per pagare il chilo di patate, che mi fa piangere mentre guardo una madre che ha scelto di rendere pubblico il suo dolore per il figlio ammazzato vent’anni prima dalla Banda della Uno Bianca, in uno dei programmi più beceri per casalinghe di Voghera (o Moncalieri). Spettacolarizzare il dolore per ricordare la memoria del figlio, per rivalutare il valore di una vita, è davvero cosi becero? No, perché ci piango. E allora se piango per questa madre, mi chiedo intanto che il cinese mi porge lo scontrino, qual è quel sentimento che mi fa pensare, quando guardo al TG i morti per il terremoto: "20.000/50.000 morti. Una tragedia? Beh..sono più di un miliardo, quindi facendo le proporzioni..tutto è sempre relativo". Mi manca il senso del valore della vita umana? La cifra è troppo alta? Deve essere, come dice mancoprecario, troppa TV, ma se l’alternativa è leggere Il Manifesto, cosa cambia?

Passo al bancoposta, mi hanno accreditato in ritardo l’ultimo stipendio. Decido di spendere quei quattro euro che per ora mi restano, senza pensare a affitti, spese e bilanci. Tanto in questo periodo sto aspettando e basta. Alcuni progetti futuri sono così lontani che a pensarli ora mi sembrano stanchi e già vissuti. Tanto la ruota gira, un po’ come l’allarme rom. Un tempo qui era "non si affitta ai meridionali". Ora al posto dei calabresi e catanesi ci sono gli albanesi, i quali sfruttano i maghrebini, che odiano gli africani. Entro in libreria, assaporo i profumi. Troppe telecamere, poca gente.  "L’ottava vibrazione", e pago.

 
 
Tell me trou
Tell me why
Was Jesus crucified
Is it for this that daddy died?
Was it for you?
Was it me?
Did I watch too much t.v.?


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7 Responses to Xenofobia

  1. HCE says:

    della roba fermenta, e di quando in quando esce la schiuma.
    se ti pare, puoi leggerla su
    ht…rawal-from-abusive-relationships.noblogs.org/

    e grazie ancora per l’ispirazione.

  2. tro says:

    HCE: non ci sono più gli archivi del forum, no. Ma forse non sono neppure così interessanti per chi non l’ha vissuto e scritto. E’ il solito ricordo nostalgico dei tempi andati e di come era bello quando. Però, appunto uno spazio cosi credo sia difficile da replicare, perché un qualsiasi altro forum che trovi in giro per il web non è come era quello. C’era parecchia gente che arrivava dal sito di indymedia e che parlava di tutto liberamente. Ti sentivi davvero poco solo, e una qualsiasi cazzata poteva sfociare in una discussione anche intelligente o viceversa, un tema intelligente degenerava in una marea di cazzate, ma tant’è. Il mio blog è nato anche un po’ per quello, mi mancava comunicare come allora e necessariamente mi sono dovuta adeguare alla realtà del momento, ma non è la stessa cosa.
    Se rimani/rimanete qui a parassitare, senza farvi troppe pippe mentali, non può farmi che piacere!

    ajorn: bacio! 🙂

  3. HCE says:

    non abito a milano, percui la bazzico così di rado da non poter dare un giudizio. ormai mi sono ridotto a fare solo quelle straordinarie di giorno, come la mayday o s.lazzaro.

  4. ajorn says:

    >conoscerai il nostro mito che è ajorn?

    va beh sara’ un po’ egocentrico ma PPPPPure no 🙂
    ho letto questa strofetta alcuni giorni fa, forse lunedi’ mattina o domenica sera e mi ha innalzato il livello d’umore bella li’ :))

    per il resto HCE credo di non conoscerlo e non bazzico se non molto saltuariamente la cm milanoide che e’ diventata (ma questo e’ un mio parere) una ritualita’ un po’ troppo noiosa

    bella li’ :))

  5. HCE says:

    ma questo mitico forum di indymedia, non è che per caso ci sono ancora in giro degli archivi a cui dare un’occhiata?

    si, per campare pigio tasti.
    e talvolta mi diverto anche, anche se la cosa un poco mi preoccupa.

    ajorn non lo conosco di persona, ma avevo già letto roba sua su cm-*, dadaciclo e roba del genere. tra l’altro anche il FILCC è nato da un’idea di albarossopedali su dadaciclo.

    o forse si, perché episodicamente bazzico le criticalmass di milano e ambienti del genere, e potrei anche averlo incontrato.

    HCE è rubato al personaggio principale del finnegan’s wake, l’ultima opera incompiuta di james joyce. le iniziali sono polimorfe: il nome del personaggio è Humphrey Chimpden Earwicker, whose initials HCE (“Here Comes Everybody”) lend themselves to phrase after phrase throughout the book [29].
    http://en.wikipedia.org/wiki/Finnegans_Wake

    per la cronaca, del libro ho letto solo qualche brano, era talmente fuori con le ricerche sulla lingua da essere diventato illeggibile. pensa che di un brano qualcuno ha ritenuto opportuno fare una “traduzione in plain english”!

    ciao

  6. tro says:

    No che non mi spiace se ‘parassiti’ qui sul mio blog, tutt’altro. Però se hai voglia di aprirti un altro spazio che senti più tuo, perché no? magari ci parassiterò pure io.. 🙂
    A questo proposito, mi manca molto quello che era il forum di indymedia, ai tempi molto contestato dai cosiddetti mediattivisti perché..mboh non te lo so dire, perché si staccava da quello che era il progetto di indymedia, dicevano..
    Io ero invece pro-forum e l’ho anche amministrato per un po’ di tempo.
    Saluterei tutti quelli del forum se mi leggessero, ma so di certo che non lo fanno, tranne Syd e Novus, che appunto saluto 🙂
    Per sintetizzare: era un luogonon-luogo dove ci stava su un bel po’ di gente, di tutte le RAZZE e di svariate sottocorrenti ideologiche della fiumana sinistroide e non era un forum su un tema specifico, come può esserlo il forum sulla sindrome di Tourette o sull’anoressia. Ognuno era libero di aprire un topic a piacere, e tutti erano liberi di dire la propria, senza rischiare di sentirsi invadenti, perché appunto senza il timore di scrivere in uno spazio “altrui”, perché quello spazio era di tutti. Vista in questo senso, il blog è molto limitante e molte volte, al di là dell’argomento che affronto, ho la sensazione che sia un diario personale.

    Ho letto il tuo blog su splinder. 😉
    Se io “Un posto al sole” e tutte le fiction su sbirranzìa varia me le evito perché proprio non mi piacciono, cioè proprio il livello è così basso che non riesco a seguire, mi innervosisco perché, al di là della trama, questi non sanno proprio recitare, parlano in fretta, sono proprio il non plus ultra della morte dell’arte, scusa la divagazione 🙂
    Pero’ posso dirti che sono altrettanto nevrotica. Vedo tutto e niente, cambio canale durante la pubblicità e anche se riesco a cogliere l’enorme lavoro di studio psicologico che ci sta dietro a questo cancro che è il marketing, e che se prima le pubblicità erano sincronizzate perfettamente su tutti i canali, privati e pubblici e ora invece fanno passare una manciata di secondi così che tu abbia la possibilità di cadere in tranello, oppure adesso ti mettono direttamente lo spottino pubblicitario dentro alla scena del film, dentro alla loro perversione ci casco lo stesso.
    Pensa, per descriverti il senso di soffocamento. Avevo scritto un post, non ti riporto il titolo perché credo sia quel titolo che attirava lo spam (vabbè dietrologia paranoide) e lo spam mi ha invaso di pubblicità, era pazzesco, arrivavano commenti a raffica ad ogni ora,solo per quel post. Aprivo la pagina del blog e non si leggeva più la parte destra, quella dove ho linkato i Companeros etc etc. Solo pubblicità, renditi conto. Ho trovato la soluzione di bloccare i commenti a quel post, ma l’ho cancellato, perché non avevo voglia di eliminare oltre 500 commenti etc etc. Soffocamento, sensazione di impotenza e soffocamento, questo ho provato. Ma perché la gente studia scienze delle comunicazioni? E vabbè.

    Ma fai l’informatico?
    E poi, ho visto linkato un altro blog che parla di Graziano Priedelis..ma mica conoscerai il nostro mito che è ajorn?
    E infine..che significa HCE?
    ciao!

  7. HCE says:

    le piccolezze del quotidiano. per alcuni vogliono dire qualcosa. sono un paesaggio che riflette il tuo stato d’animo. lo stato delle cose.

    mi fai venire voglia di scrivere, di prendermi sul serio nel farlo. di buttarci emozioni vere. e magari addirittura anche di avere delle emozioni. di.
    continua a scrivere. sul blog, ma magari anche un romanzo, racconti brevi, poesie, o una saga fantasy.
    ecchecazzo, lo vuoi capire che ci piace come scrivi? insomma, niente più scherzi stupidi con le pagine di amministrazione del blog, ci siamo capiti?

    ogni tanto penso che potrei decidermi e aprire un blog di sproloqui tuttommio, invece di fare il parassita sul tuo. ma a te spiace? perché io qui mi ci trovo bene, ci sono dei begli spunti, gente strana al punto giusto.

    ah, si, anch’io sono a casa a leggere blog e a cazzeggiare da solo di sabato sera. stanchezza, pioggia, umidità. un aperitivo troppo pesante. e poi in fondo non sempre ho voglia di trascinarmi fuori e affrontare gente. per oggi ho dato. per questa settimana ho dato. per questa vita ho dato. no, non ho nessun insano proposito, però capisciammé.

    per tirarmi su di morale… mi sono appena visto – distrattamente – nazi rock. era giusto quello che mi mancava per farmi apprezzare il pezzo di mondo e il periodo storico in cui mi capita di vivere. che non è tanto diverso dal tuo.

    ho guardato troppa tivù, in questa vita. me ne sono reso conto ormai quasi tre anni fa. come passa il tempo! allora mi sono disintossicato. c’è tutta la storia su smettv.splinder.com. insomma, la scatola luminosa non ce l’ho proprio in casa. poi dei mesi fà mi hanno regalato una di quelle chiavette uessebi che fanno da sintonizzatore. e visto che sono uno di quegli smanettoni che a windows ci sono proprio allergici, mi sono divertito a trovare i driver per farla funzionare con linux. e allora ho ricominciato a guardarne un pò. poi il tipo che sviluppa i driver, che è un pò perso in una sua diatriba con gli sviluppatori dei kernel, ha ribaltato i driver, e da quando ho aggiornato ubuntu non si compilano neanche per scherzo, e io non ho più voglia di smanettarci intorno.
    così ho preso al volo l’occasione, e adesso sono di nuovo senza tivù. un punto per me.

    e insomma, questi problemi con gli uni e gli zeri non sempre sono negativi. senza contare che se non ci fossero non avrei un lavoro.

    se la vedi in questo modo, gran parte dei lavori considerati “normali” in realtà sono dei gran ammortizzatori sociali ben mascherati. cioè, io faccio delle cose, e l’unico effetto di questo lavoro è aumentare il pil. non soddisfo bisogni primari, ma campo di bisogni indotti. e nessuno diventa più felice grazie al lavoro che faccio. nessuno di normale, almeno.

    ma come direbbe mike, allegria!

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