Di mediocri incontri si vive (Part III) – Sul tram (Part I)

Non pago mai il biglietto del tram perché sono comunista. Oddio, comunista, diciamo che ho ideali di uguaglianza e di giustizia. Indi per cui, vista la mia condizione di classe, visto il mio stipendio degli ultimi vent’anni, visto che spaccarmi il culo anche 48 ore la settimana non mi permette una certa autonomia, tipo una casa in affitto da sola e non una stanza con cesso in tre, oppure un posto letto in un letto a castello e due cassettoni di armadio per i vestiti a 100 euro il mese, prezzo stracciato di amici, di biglietti del tram ne ho già pagati per me, mio fratello, mia sorella, nonché i miei futuri eredi di sfighe. Sono semmai stato regione provincia comune e l’azienda trasporti ad essere in debito con me. E quando sento discorsi filorazzisti contro "questi extracomunitari che non pagano i servizi pubblici" e "quegli italiani che non assolvono i doveri del buon cittadino", mi intrometto sempre nella discussione senza risparmiare sputacchi, sberleffi e linguacce. Devo dire che da settembre ad oggi mi era andata di culo a sufficienza, perché non avevo mai incontrato il controllo della GTT. Tanto chi rischiava prima con la linea del 4 o del 18? Le macchine sono stracolme di gente, in buona parte extracomunitari o altri come me che il biglietto non sanno cosa sia e per il controllo questo significa spreco di tempo e niente incasso di denaro. Il controllo sale solo dove sa che può incassare. Una volta ho scoperto che sfidava la sorte pure una "tota" piemunteisa e pensionata, la quale si teneva il biglietto stretto e a portata di mano ma senza timbrarlo, ma sono ancora purtroppo casi rari.

Ultimamente però trascorro sui mezzi pubblici gran parte
della mia vita, e soprattutto ho cambiato quartiere e
percorso, passando a fare uso di mezzi con un’utenza più
borghese, perché attraversano quartieri più ricchi, oltre che molto più brutti, Santa Rita, tanto per dirne uno. Il rischio di incappare nei controlli quindi è aumentato parecchio. Ora io di solito sul tram faccio quello che fanno tutti. Leggo City, Metro e Leggo, il che vuol dire notizie tutte uguali e oroscopi tutti diversi. Poi ascolto musica e a volte scatto foto, producendo questi capolavori artistici che pubblico sul blog. Quando qualcuno chiacchiera ascolto molto volentieri, gli adolescenti sono i miei preferiti, ma il più delle volte nessuno apre bocca, dunque..  Ieri l’altro avevo da lavorare in due posti diversi, doppio turno diciamo. Dalle 7 alle 13.30  in un posto e dalle 15.00 alle 22.00 in un altro, che significava alzarsi alle 5.30, fare il primo turno e poi uscire di corsa a prendere i mezzi per raggiungere l’altro posto di lavoro all’altro capo della città per poi essere a casa per le 23.30.  Succede quindi che mi addormento sulla linea 2, visto che il percorso era di 45 minuti circa, con la testolina appoggiata al finestrino, seduta alla sinistra di una signora per bene con borse e biglietto timbrato in mano. Apro gli occhi, non so per quale caso, e vedo i due controllori due sedili davanti a me. Merda, che faccio mi alzo e poi? Se mi metto davanti alla porta per scendere mi beccano subito. Ok, è andata, beccata, penso al nome falso da dare e richiudo gli occhi, aspettando il tocco sul braccio "Signorina.." (ebbene sì, in giro mi dicono ancora signorina!!!!). Aspetto un po’, non succede niente. Riapro gli occhi, i controllori sono dalla porta centrale, di spalle, proprio di fronte a dove son seduta, hanno pizzicato un extracomunitario, il tram sta per fermarsi. Guardo la signora di fianco a me. Con occhi tristi guardo il suo biglietto bello pronto per essere esibito, e poi, sempre con occhi tristi guardo lei negli occhi, come per dirle che io non ho la sua stessa fortuna. Lei capisce, ma dal suo sguardo capisco che non mi è complice, ma piuttosto sul giudicante. Decido di alzarmi e sottomettermi a ciò che mi spetta. Scavalco lentamente la signora e..passo lentamente, molto lentamente fra i due controllori e l’extracomunitario. Non mi fermano. Sono dalla porta aperta. Loro sono li. Continuo a camminare, scendo. "Ora mi trattengono per un braccio". Niente. "Ora sentirò dire Signorina, Signora, Senta..". Niente. Scendo..sono fuori, proseguo lentamente come se niente fosse. Mi dico "Ora mi chiameranno". Niente, proseguo ancora, cristo è andata. Ma io non sono trasparente, cioè ma come hanno fatto a non vedermi? Credo sia culo e basta. Il quale culo mi sostiene subito dopo, perché alla fermata successiva il due passa un minuto dopo. Lo prendo e stavolta tengo d’occhio, che infatti dopo alcune fermate gli stessi controllori salgono su questa macchina, ma io faccio in tempo a ridiscendere. A piedi fino alla fermata successiva, e poi altro 2. Avviso al lavoro che tarderò di un quarto d’ora circa, che i tram a Torino sono proprio imprevedibili. E buon compleanno al padre di mia figlia. Due Sagittari che han fatto una Bilancia mi sembra un buon risultato. E che Bilancia. 

C’est pour les analphabètes que je écris.  

 

 

This entry was posted in Contemporaneo. Bookmark the permalink.

6 Responses to Di mediocri incontri si vive (Part III) – Sul tram (Part I)

  1. Eddie says:

    La Tramviata: un povero tourettico costretto ad andare in autobus in quanto spogliato della patente… me l’hanno sequestrata per GISDE ma io non ero mica fuori eh? E adesso chi glielo spiega a quelli del SERT? Ma devo andare al SERT poi?

    Ciao
    Erica Jong

  2. tro says:

    mi sa che dal prossimo mese mi toccherà pagare pure a me, se non altro perché non posso permettermi di arrivare sempre in ritardo al lavoro. Avete consigli? 🙂

    ajorn: potremmo chiedere consiglio allo Scrittore. Che ne pensi? così sarà pura Arte. Tu, io, buliccio e l’abbellinato. Chissà se ci omaggerà di questo piccolo favore. Chiedi tu?

    ciao Eddie

  3. Eddie says:

    Sempre detto che il Sagitario è il segno più culoso dell’oroscopo… ah io sono della Bilancia…

    Saluti
    Eddie

  4. novus says:

    Cara collega, penso di essere una delle persone che ha fatto più viaggi sugli autobus di Bologna senza pigliare il biglietto. Dato che non ho la patente, mi aggiro su questi mezzi da anni ed è incalcolabile il numero di passaggi che ho fatto.

    Una volta in via Zamboni, mentre passeggiavo con un amico circa 3-4 anni fa, mi ha fermato una tizia (se non era così fica col cazzo che mi fermava) con un microfono in mano e accompagnata da un operatore con la telecamera. Non avevano insegne. Mi ha chiesto a bruciapelo se utilizzavo i mezzi pubblici e io ho pensato: “bella storia! quelli degli autobus si sono decisi a fare una ricerca tra gli utenti e finalmente gli posso spiegare il mio punto di vista”.
    Cominciai così una lunga dissertazione sui motivi che mi spingevano ad usare gli autobus senza pagare il biglietto. Una spiegazione molto appassionata che lì per lì immaginavo utile per convincere i dirigenti Atc a modificare le politiche di gestione aziendale, soprattutto nei confronti degli studenti squattrinati come me (siamo la netta maggioranza). Finito il discorso la tipa col microfono mi ringrazia, stringe la mano e se ne va.

    Nel giro di una settimana scoprii l’inganno.
    Diversi amici mi riferirono i retreoscena dell’intervista: in realtà ero finito in quel cesso di programma che andava in onda sulle reti Mediaset, condotto da quel fesso di opinionista che si chiama Paolo Del Debbio e manda in onda poco prima (o poco dopo… non sono ferrato sulle trasmissioni TV) del TG alcune interviste alla gente per strada che poi monta in modo da confermare il suo punto di vista, anche se farei meglio a chiamarlo punto d’interesse.
    Ero diventato lo zimbello della puntata sui trasporti pubblici, unico rappresentante della classe che sfrutta i beni pubblici senza offrire il proprio contributo. Da allora la mia determinazione nel salire sugli autobus senza biglietto si è trasformata in una missione.

  5. ajorn says:

    brava trollina, continua a tenerci informati della tua vita spericolata :))
    oh! l’immagine quindi e’ pronta giusto?? come procediamo??

  6. cento says:

    che sbattimento sti mezzi pubblici. Pubblici per chi? A roma lo sconto sui mezzi ce l ha solo chi è residente. Gli studenti e i lavoratori fuori sede pagano prezzo pieno. Meno male che roma è la culla della cultura…

Comments are closed.