LeMultinazionaliDelDisagio

Ho vinto la causa di illegittimo licenziamento contro la cooperativa sociale dove lavoravo. Era iniziata così: due anni di lavoro, massacrante a piu’ livelli, in una comunità terapeutica per adolescenti definiti dalla merda psichiatrica "borderline". L’ambiente si può a tutt’oggi tranquillamente definire uno dei più all’avanguardia, pieno di progetti fighi, ‘democratico’, aperto a tutte le sensibilità. Ovviamente schiere di sanguisughe e parassiti: psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, arteterapeuti, supervisori dell’équipe, supervisori degli psicologi, supervisori dei supervisori. La terapia farmacologica rientrava in quella che è la norma in questi ambienti, quindi farmaci a gogò. Tanto per fare un esempio, somministravo -anzi diciamo che ero tenuta a somministrare- (cosa che NON si potrebbe fare) robe tipo 150 gc di Valium al giorno piu’ antidepressivo piu’ stabilizzante dell’umore piu’ antipsicotico più farmaco antieffetti collaterali dell’antipsicotico piu’ pastiglietta per dormire. La povera vittima era una ragazzina di diciassette anni. Devo essere onesta: questi dosaggi quando era stata appena dimessa dal repartino psichiatrico, in progetto a scalare nella nostra comunità. Ma se per lei si scalavano i farmaci, per altri ragazzi si aumentavano a seconda dell’umore dell’équipe. Ovvia e naturale la mia lotta contro i farmaci, tanto per dirne una. Ovvii scontri e conflitti con colleghi pro-farmaci. Ma per tornare all’altro aspetto delle Cooperative Sociali: il mio monte ore mensile era di 170 ore circa, ma raggiungevi tranquillamente le 220. Le ore in eccedenza, non solo non venivano pagate come straordinario, ma venivano messe a ‘credito" a monte ore. Credito=recuperabili quando si poteva e non quando volevi, tipo ecco, magari il lunedi 2 Novembre potevi stare a casa e ti pagavano la giornata, recuperando così 8 ore dal credito. Non sto a raccontare la rava e la fava di come dopo due anni abbia sentito la necessità di staccare un attimo e chiedere un mesetto di mutua per burn-out (condizione emotiva tra l’altro riconosciuta come assolutamente naturale in questi ambienti). Mi metto qundi in mutua, nel frattempo cambia il CDA della cooperativa, licenziamenti (no anzi dimissioni obbligate), nuove assunzioni etc etc. Quando chiedo rientrare dalla mutua mi propongono un colloquio, nel quale il responsabile del personale mi comunica di non essere piu’ gradita all’interno della cooperativa. "L’équipe non ti vuole", le sue delicatissime parole. Beh, non per trovare una giustificazione per non farmi massacrare, ma l’équipe era nuova per tre quarti e il mio rientro avrebbe fatto saltare il posto a qualcuno altro.. Al che, nonostante l’istinto fosse quello di mandare a fare in culo tutto, l’orgoglio mi fa insistere e dico "Io rientro, fate quel che cazzo volete, ma io rientro" Sottopongono quindi il mio rientro ad una visita medica del lavoro (quella che facciamo tutti normalmente), cosa illegittissimissima. Con le balle rotte, mi rivolgo quindi alla CUB di Torino, chiedendo innanzitutto il mio immediato rientro e iniziamo pure la vertenza per la differenza di livello nella retribuzione (un 5.000/6000€). Niente, non mi fanno rientrare. Intanto mi sottopongo a visita medica con una simpatica dottoressa di parte, la quale mi dice che ho fatto troppa mutua (?) e che dunque non può darmi l’idoneità al lavoro: visita di secondo livello. Tutto questo mentre aspettavo di rientrare, consumando le ore a credito e le ferie in eccesso (obbligatoriamente) Avrei potuto, secondo legge, presentarmi sul posto di lavoro ed obbligarli ad inserirmi immediatamente ma mi rompeva alquanto i coglioni una situazione del genere, anche e soprattutto per rispetto dei ragazzi con cui lavoravo. Vado dunque alla visita di secondo livello all’ASL. Esami tossicologici, dietro richiesta della simpatica e venduta dottoressa. Mi rifiuto tassativamente. Chiedo alla CUB se sono tenuta a fare questi esami, come funziona la privacy in questo caso e se non ho diritto anche io di sottopormi ad un’ulteriore visita con un medico che non sia stato scelto dalla cooperativa. Non sanno dirmi che fare.. Intanto il responsabile del personale mi telefona e mi dice tali parole "Conviene che ti licenzi da sola, per il tuo curriculum professionale è senz’altro meglio, vedi che neppure la CUB su questo argomento ti sta difendendo, segue solo la vertenza per la differenza di livello" "No, guarda, il mio curriculum professionale vada in culo, mi licenziate voi -rispondo- io non lo farò mai" E cosi succede. Arriva giorni dopo letterina di licenziamento per "grave insubordinazione". Ah si? La CUB è incerta? Vado in uno studio privato di avvocati del lavoro, segnalatomi (grazie G.) da un ex collega. Impugno l’illegittimo licenziamento. Quindi a tutt’oggi sono in corso due cause: una con la CUB per salario non adeguato e una con altri avvocati per illegittimo licenziamento. Ci si incontra davanti al giudice per la causa di licenziamento. La Cooperativa Sociale presenta una difesa di dieci pagine circa, che non sono riuscita neppure a finire di leggere tanto era infame (c’erano tutti gli elementi per un’altra causa per diffamazione, ma ho lasciato stare, la mia salute è piu’ importante). Il giudice consiglia tiepidamente un accordo: il licenziamento pare illegittimo, pagate e finitela li. Rifiutano. Quindi citano egregi testimoni, ed io devo trovare i miei. Che ringrazio. Ho vinto la causa. Ho rifiutato il reintegro in quella merda, ovviamente. Dovrebbero sborsarmi un po’ di stipendi arretrati e quindici mensilità. Vedremo. Di sicuro diranno di non avere soldi. Ma oggi mi basta avere vinto la causa. La CUB. Gentilissimi, ma ancora sto aspettando di vedere come va la loro causa e gli avvocati privati a livello di pagamento mi hanno riservato lo stesso trattamento dei sindacati..

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One Response to LeMultinazionaliDelDisagio

  1. ANAL says:

    ANAL ANAL ANAL ANAL ANAL!

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