Do not refreeze: Photography

Behind the Berlin Wall

Manchester The CornerHouse 

Continue reading

Posted in Contemporaneo | 2 Comments

MaChiCiHaPauraDiMorire?

Io no. Almeno non piu’. Ho sempre pensato che doveva essere terribile morire affogata, oppure strangolata e soffocata. O arsa viva, pestata a sangue, squartata, accoltellata dalla Franzoni. Dolllloreeeeeeeee. Invece no, cazzo, mica e’ cosi’.

Io, per fortuna ci ho provato a morire, ed ora lo so che non e’ poi cosi male. Credetemi.

Chi e’ stato l’artefice della mia fortuna? Un calabrone. Un carissimo tesoro di calabrone lungo due centimetri. Uno di quegli animaletti tanto cari agli animalisti fondamentalisti. Beh mi dispiace per loro, ma fra i due e’ crepato lui, nonostante tutto.

Bon, mi trovavo al lavoro, nella comunita’ per adolescenti pazzi ed ero sola in turno, che’ il mio collega era a Torino per ripescare un ragazzino che rientrava dal we. C’erano tre ragazze, un ragazzino e in piu’ mia figlia, che festeggiavamo il suo compleanno.

Mi ronza sta roba fra i capelli, una ragazzina per difendermi lo colpisce, questo si incazza e mi finisce sul braccio destro e li all’altezza quasi della spalla mi succhia.

Non fa neppure troppo male dico, un’ape e’ peggio, tranquilli ragazzi. Rido.

Tempo di andare in ufficio e la mia pelle diventa improvvisamente viola, formicolii dappertutto, il fiato si fa corto, asma, aria, mi manca aria. Capisco che devo chiamare la guardia medica che la situazione si fa pesante, ma non ce la faccio ad avvicinarmi al telefono. Voglio solo aria fresca, voglio solo poter respirare.

Una ragazzina chiama il 118 per me, chiedono i sintomi e dicono che invieranno subito il soccorso avanzato, dicono di tenermi sveglia. Io sono fuori in cortile, non mi reggo piu’ sulle gambe, chiedo una sedia, mi portano una sedia. Mi siedo e mi alzo, mi contraggo, voglio respirare. Sto soffocando, l’aria non entra, e’ terribile.

Mia figlia piange. I ragazzini sono terrorizzati. Mi siedo sulla sedia e chiudo gli occhi. Cazzo sto meglio, ora si che sto meglio. La mia mente e’ lucida, si rende conto di quello che sta succedendo, che sto soffocando, ma che sto meglio.

Sono i momenti in cui perdo lucidita’, in cui svengo, ma sono i momenti in cui sto bene. Mi caco e mi piscio pure addosso in quei momenti, una cacata di quelle che proprio non mi ci riesce a stare vicino dalla puzza e dalla quantita’. Ricordo, indossavo pantaloni rosa quella sera..

Mi risveglio..riprende la crisi respiratoria..i ragazzi piangono attorno a me.

Chiama il soccorso avanzato e resta in linea con una ragazzina. Dicono di tenermi sveglia, dicono "La stiamo perdendo, accellerate cazzo".

Un’ora ci mettono ad arrivare, sono due ambulanze. Nel frattempo io sto da Dio.
Lucida, penso, madonna ora sto bene. Era precoma, diranno poi, quando dopo un’ora di soccorsi con cortisone adrenalina e intubazione riusciranno a riportarmi di qua.

Shock anafilattico, mi diranno gli infermieri. E quando, sull’ambulanza che mi porta in ospedale, dico loro he mi prude tutto il corpo, mi rispondono sorridendo, non e’ niente, ce l’abbiamo fatta. E allora capisco che ero proprio messa male.

La mattina mi risveglio in ospedale con occhi e labbra gonfie. Cazzo, ma mi aveva punta sul braccio! Mboh. Porto ancora oggi la cicatrice e quando la guardo penso che dovrei portarmi dietro il mio salvavita, adrenalina e cortisone, ma che non lo faccio, chissa’ perche’.

Ma io in precoma, credetemi, ci stavo da Dio.

E morire soffocata non e’ poi cosi’ terribile come pensavo. Il corpo ha una soglia di dolore, dopo quella non senti piu’ nulla. 

Mi dispiace solo per mia figlia, che ha visto la scena. Questo si.

Continue reading

Posted in FuckingBlood | 3 Comments

7-1

ore 23.10, email da Manchester: 
 
M. T. saw this story on the BBC Sport website and thought you
should see it.
** Message **
Hey Marinella!!
It's arrivederci Roma!!!
Michael. xx.
** Man Utd 7-1 Roma (agg 8-3) **
A scintillating display by Man Utd sees them tear Roma apart to reach the 
Champions League semi-finals.
< http://news.bbc.co.uk/go/em/fr/-/sport1/hi/football/europe/6534975.stm >
 
Sette sono sette eh..anche se l'allenatore della Roma ha detto che 
"in alcune situazioni siamo stati anche sfortunati"...Eh si

"Un vento a 30° sotto zero
incontrastato sulle piazze vuote contro i campanili
a tratti, come raffiche di mitra,
disintegrava i cumuli di neve.."
			Ue' Syd, senti questa sensazione nel cuore? 

Continue reading

Posted in Contemporaneo | Comments Off on 7-1

CosePerTe

Continue reading

Posted in FuckingBlood | 1 Comment

manicomi

Lo puoi vedere se googling about it. L’antipsichiatria sembra aver stancato gli attivisti della comunicazione. Siti che non esistono più, altri che stanno appesi al web con vecchie documentazioni, mostre, fotografie, rassegne di libri e nessun aggiornamento. Solo un paio resistono ostinati, e sono, of course, quelli gestiti da chi realmente è colpito dal ‘problema’. Un po’ come la lotta NOTAV, che, dopo lo spettacolare e ossessivo fuoco di paglia a livello nazionale, è tornata ad essere relegata alle realtà locali. E un po’ come la guerra, che in ogni momento e contesto la si tiri fuori, ha sempre il suo impatto. Sei contro la guerra, ma è lontana. Troppo lontana per poterla capire e troppo lontana per poterla controllare. Come puoi fermare una guerra globale? Manifestazioni, sovradosaggio di informazione e controinformazione, attivisti che bloccano i treni che trasportano armi, qualche pazzo che ci va a vivere dentro, nuovo governo di sinistra. Nulla cambia. Quindi, tant’è: "think global, act local". Ovvero: se proprio devi scassarti le balle per ottenere il nulla, almeno prova a farlo ‘local’, fallo per te. Per cui, in questo milionesimo blog, nato solo perché mi serve e che non vuole rappresentare altro che non me stessa, mi limito a raccontare qualcosa di locale, molto locale

 

                                                                                                           
 1994. Ai tempi lavoravo in un circolo ARCI e l’Einaudi ci aveva regalato scatoloni di libri che ci eravamo spartiti. Il primo che lessi fu "Portami su quello che canta". Raccontava la storia del primo processo ‘vinto dai malati mentali’ contro uno stimato e famoso psichiatra, tale Dr. Coda. Fantasy. In realtà il processo fu portato avanti dai familiari e dalla Guidetti Serra, avvocato torinese di spicco fra le file del movimento antagonista dei settanta.. Quindi..col cazzo che i matti avrebbero avuto il potere di infilarsi attivamente e rappresentarsi nelle maglie della giustizia. Col cazzo che avrebbero vinto questa lotta. L’hanno vinta le famiglie e il movimento antipsichiatrico. Act local, solo dove puoi. Comunque, la storia in sintesi era questa: un infermiere dell’allora manicomio di Collegno, malato di cancro e sul letto di morte in ospedale, chiama al capezzale la famiglia di Giovanni DC., internato a Collegno, per confessare loro sevizie e atrocità subite dal figlio. Giovanni, a differenza della maggior parte dei poveracci rinchiusi in manicomio, allontanati dalle famiglie per vergogna o per povertà, è figlio di una famiglia borghese, che nella psichiatria e nell’istituzione manicomiale ci credeva davvero, o almeno così si narra. E cosi viene ricoverato all’età di 17anni, quando, studente di ragioneria, si ‘ammala di esaurimento nervoso’. Non ne uscirà più, peggiorando giorno dopo giorno. Ordunque, l’infermiere pentito racconta alla famiglia D.C. episodi di sevizia nella sevizia. Nel libro non viene condannata tanto la coercizione psichiatrica, con i suoi violenti strumenti terapeutici, ma piuttosto il sadico abuso di questi da parte del Dr. Coda. L’elettroshock usato non come metodo terapeutico, ma come strumento punitivo. Elettroshock al pisello di Giovanni, considerato un masturbatore ossessivo, elettroshock per i più ribelli, elettroshock per chi disturba perché canta troppo. I D.C. denunciano il medico e con l’appoggio di altre famiglie e del movimento antipsichiatrico vincono il processo. Si condanna lo psichiatra per violenze, ma certo non l’istituzione. Pimpumpam, tutti felici e contenti. I matti hanno vinto e Coda viene pure gambizzato da L.C. Tié. Vabé, dico io, meglio di niente, c’è chi dice che la Rivoluzione si deve costruire giorno dopo giorno. E’ sempre il 1994 quando, bisognosa di fare l’infermierina a me stessa, decido, come da buon manuale psicologico help yourself, di farla per gli altri, quelli che, mi sembra, stanno peggio di me. Inizio a lavorare nel manicomio di Collegno. L’impatto è..da togliere il fiato, surreale. Mai mi ero immaginata che il manicomio fosse così. Mai avevo pensato che potessero esistere realtà del genere. E’ una cittadella nella città. Il bar, il centro sociale, l’ex obitorio, l’ex lavanderia, parchi bellissimi, cameroni, camerette, vasti corridoi lunghi chilometri, sporcizia, gatti, molti gatti, sbarre alle finestre ampie e luminosissime, gente buttata qui e là persa dietro i cazzi propri. Io sono destinata al reparto "7 Maschile" e lì ci incontro Giovanni D.C., disteso sopra un tavolo in cucina, la testa appoggiata al palmo della mano, le gambe che si intrecciano delicatamente, gli occhi trasognati e sorridenti, come fosse una statua. Ormai è vecchietto, centoventi chili per uno e novanta di altezza, con la forza di sollevare una lavatrice in funzione e buttarla fuori dal finestrone della lavanderia. E’ completamente autistico, ripete solo alcune delle tue ultime parole e le frasi "Il dottorino Coda mi dà la corrente elettrica" e "Me la dai una sigaretta?". E’ l’unico a non avere la gestione delle proprie sigarette, perchè ne aspira mezza alla volta, ne fuma una di seguito all’altra e finisce il suo pacchetto in un paio d’ore.  Al "7 Maschile" si sta applicando e cercando di rendere realmente effettiva la 180/1978 di Basaglia. E’ appena avvenuta la sostituzione del personale infermieristico col personale non medico. Beh almeno questo è reale: siamo tutt’altro che medici, siamo peruviani, marocchini, ex tossici, laureati in lettere che non trovano di meglio. Tutto, tranne che specializzati professionalmente. L’Associazione subentrata al personale ospedaliero si chiama an-Arché e ci riunisce tutti, matti e ‘supporter’. Ci riunisce proprio tutti. Un’orizzontalata della follia. Il presidente è un matto non tanto matto. Il segretario è un matto un po’ più matto. Chi prende nota del tuo orario di lavoro, entrata ed uscita, ritardi e assenze, è un matto ancora più matto. Le riunioni organizzative si fanno con loro. Anzi con noi, i matti. Devi chiedere ovviamente permesso prima di entrare nelle loro stanza, perchè tu sei uno di loro, non puoi fare gruppetti fra supporter, perchè potrebbero delineare il confine follia norma, ruolo del matto e ruolo dell’operatore.
Devi vivere la follia, devi condividere la follia.
Una figata radical-chic. Per noi, per loro, o per tutti noi?

 
Una giornata in ospedale
G.G. – Reparto Marro
(Reparto dei tranquilli)
Manicomio di Racconigi (CN) 

 

In sezione sveglia alle sei; alle sei e mezza al lavoro in cucina. 
Il mattino in questi giorni è molto freddo, ma in breve ci siamo; una tazza di caffé o caffelatte, un po’ di respiro, quattro passi fuori nell’aria fredda…fanno piacere.
Si riprende a lavorare fino alle undici, poi si pranza con molto appetito, spensierati. Qualche nuvoletta mi passa tuttavia per la testa: mal di fegato, obesità, colesterolo, vene che si fanno strette.
Penso: siamo o non siamo in manicomio, regno delle allucinazioni?
Ritorno tranquillo. Dopo si esce per la ricreazione sul piazzale della fontana.
Nella vasca non si vedono pesci. Perché? Penso: avranno freddo, però anche nascosti sono sempre nell’acqua; forse non si lasciano vedere per modestia
o per la recente celebrità, che è calata loro addosso, d’essere stati i progenitori degli uomini. Le scimmie fanno il muso, ma questi pesci devono essere dei deviazionisti. Non hanno partorito nulla di simile. 
Sono le dodici, escono gli operai, poi incomincia la sfilata bianca. 
Non è carnevale. Sono le suore, le infermiere e gli infermieri.
Naturalmente sono le infermiere che attirano di più l’occhio.
Sono bionde, brune, tonde e snelle da fiera dei sogni.
Sospironi prorompono dai nostri cuori disamorati e sconsolati dopo tanta privazione. Ma forse ci sbagliamo, che siano solo creature da sogno?
E’ più difficile andar sulla luna.
Hanno il nostro stesso cuore e forse qualcuna desidera la nostra mano,
almeno una. Siamo o non siamo più rari dell’altra specie e quindi più preziosi? 
E’ necessario pensarci bene. Sono così timide!
Tornata la calma dopo quel venticel di giovinezza, un po’ di giornale radio.
Finito questo piacevole intermezzo, si riprende a lavorare con meno fretta del mattino. Alle diciassette si cena ed alle diciotto si ritorna in sezione.
Svaghi diversi, televisione.
Per sentire gli altri bisogna star zitti noi. Una bella invenzione per far tacere le lingue lunghe! Si distribuiscono le medicine serali di tutti i colori e dagli svariati
ed indicibili effetti. Per saperlo bisognerebbe provarle tutte. E tutte assieme, nemmeno chi le ha fabbricate potrebbe immaginarne gli effetti.
Una sostanza che tira in qua, un’altra che tira in là, una in su e una in giù.
Un vero mosaico! In particolare basta dire come si vuole essere: calmato, rilassato, ubriacato, addormentato, insensibilizzato, euforizzato, esilarato..
Le prossime saranno contro le affezioni amorose, anch’esse un po’ responsabili del soggiorno in queste case di salute, poiché, il mal d’amore è malanno psicosomatico "d’anema e core"; quindi non avremo più pene, lacrime, visini 
così tristi che spezzano il cuore, dispetti, gelosie e certi brutti propositi.
Soltanto una più cordiale indifferenza.
Poi vengono le gocce, naturalmente "gocce d’oro". Infine il varietà delle iniezioni
con altrettanti semispogliarelli. Queste le fanno, pungenti come le satire, per
svagoterapia degli infermieri, per scaricare la loro tensione nervosa.
Bisogna essere comprensivi! Nessuno si lamenta! Tutti eroi!
Alle diciannove e trenta chi vuole può andare a letto; ha tempo di abbracciare
i cuscini con stile romantico o brutale, pensando, sicuro, pensando solamente..
Non c’è altro a disposizione; col tempo i cuscini saranno forse sensibilizzati
ed allora sarà tutta un’altra cosa!
Alle ventitre, anche quelli che hanno fatto la cura della "tele" se ne vanno a letto a nanna. Dopo la dolce vita della giornata il sonno ci prende con sé.
Che cosa astratta! Eppur ci annulla!
Qualche sogno o nulla; molte giravolte, finché giunge il dormiveglia dell’alba.
Pensieri e pensieri ci passano per la mente; si hanno illusioni, che paiono realtà.
Si desidera naturalmente di star bene senza essere in casa di salute. 
Si vorrebbe ridiventar giovani, padroni della propria vita, del proprio avvenire,
essere felici è perché no, con un visino dagli occhi belli. Tutte illusioni.
La sveglia! Il viaggio nella notte è finito. Si rientra nella realtà.
I giorni sono come una girandola, che si ripete ad ogni giro.

 


 

Continue reading

Posted in SubutexDepot | Comments Off on manicomi

Hapax

                                         ring-road. twilight. fast food.

                                       something saved from history.

                                                           auto motif writing

                                                                              1998-1999

            (part i)

            ring-road. twilight. fast-food. something saved
            from history. don’t get yr ticket stamped,
            make the most of the automation. all this
            metal on the roads. tell it like it is. ‘wet roads
            glisten’. what if the cash crop fails. one city
            after another. National Expresso. Inter City.
            thumb & middle finger. view from the
            window. industry, out of town & inner city,
            fast-food multiplex, who doesn’t feel the loss
            of all this space?

            (part ii) 

            imaginitive cities of harmony. who are the
            people whose lives are here. pedestrianisation.
            gentrification. cycleways. grafitti art. litter on the streets.
            CCTV but whose watching me. which one of
            us this city for? we inherit everything, change
            nothing. everyone of us a squatter. who
            remembers the shape of the land beneath these
            streets? who knows the shapes beneath their
            feet? frustration and anxiety are the biggest
            fashions, but we’re in denial. as I weed my
            allotment, revealing the earth, sift & grind till
            its good again for growing; so too these
            buildings, tied up in knots, will crumble and
            fall

            (part iii)

            watching people in their clean world. in a
            dream world. drifting. sitting at café tables
            waiting for answers. biding time, figuring out,
            myself, the world around, digging thru the
            past, all over again. exploring freedom.
            feeling good. listening to what my mind says.
            There isn’t an infinite amount of time; this
            will all run out, eventually. what you wanna
            do?

(postscript)

e x cd tv pc md ip ce ai aa fa un ce lea ici tm eu db iq pm a4 m1 i5 ge gp gm k2 mp bt it uk mm cm km fm exe bae vcr dvd thc lsd dpi dat gsm usa bnp ftp tcp url cpu gnp gmt nhs g8 y2k mai rac sms gcse bsc apr ddt who oem ngo eap f18 a10 dot gat ef! lfo mib h20 c02 no2 so2 gec psi tdk isp cps nbc dti jsa alf ira uda mi5 mi6 cia fbi xxx ibm 303 msg khz ls6 rda tgv dnb pcp pnp bbc bmp sdi mod gps hrh sos sas raf pmb tuc num nut nus nra kgb dss tuc dna dea yha nsa gte rpm wbo cnn hse dss www ffrr bnfl gner http nato otan isdn eadc ussr midi visa bios gmpte sncf mdma hdtv cctv sssi raid dbfo imho usaf cern aids isbn tgwu smtp pop3 fifa uefa mpeg3 wimps norad msdos wysiwyg © (p) ? ? £ $ % @ 2000 !

===========00000            pete

 


 

                                                                                                                                                                                               

Continue reading

Posted in HapaxPoetry | 2 Comments

Disorder

                                       Psychiatric Test


                                 Disorder                                                                Rating

                                 Paranoid Disorder                                               Very High

                                 Schizoid Disorder                                                High

                                 Schizotypal Disorder                                          High

                                 Antisocial Disorder                                             High

                                 Borderline Disorder                                             Very High

                                 Histrionic Disorder                                              High

                                 Narcissistic Disorder                                           High

                                 Avoidant Disorder                                               High

                                 Dependent Disorder                                            Very High

                                 Obsessive-Compulsive Disorder                       Moderate 


 

 

Grazie Suspiria

 

 

Continue reading

Posted in FuckingBlood | 6 Comments

ParliamoDiCinema

 


 

 

 
Non sopporto i/le multisala/e. Sono come i centri commerciali. Megaparcheggi, barattoloni di popcorn da un chilo, greggi di pecoroni in coda. E tutti quei films. Un paio decenti e per il resto scoregge. Lo so che andate tutti lì oramai, come per i supermercati, ma io non ce la faccio proprio.

Quello nella foto è il cinema del paesello dove vivo. Sopravvive, senza troppe pretese. I prezzi sono ragionevoli, 3.50€ la domenica pomeriggio, unico giorno di proiezione. Puoi comprare le Morositas quando entri. Solo quelle, perchè non fanno rumore. E’ una questione di rispetto. Se hai voglia di un caffé, il bar è all’angolo. Due passi. Piu’ vicino che muoverti dalle patatine al caffè nei multisala. Molto più vicino. Ma se vuoi i popcorn, scordateli, che non ci sono.

Qualcuno, lo so, dirà che non ce la fa a stare al passo coi tempi, che staranno proiettando ora "Roma città aperta". Non è cosi. Ci ho visto, la scorsa settimana, con leggero ritardo "Shortbus". Fantastico

 


 

 

Continue reading

Posted in Contemporaneo | 1 Comment

LeMultinazionaliDelDisagio

Ho vinto la causa di illegittimo licenziamento contro la cooperativa sociale dove lavoravo. Era iniziata così: due anni di lavoro, massacrante a piu’ livelli, in una comunità terapeutica per adolescenti definiti dalla merda psichiatrica "borderline". L’ambiente si può a tutt’oggi tranquillamente definire uno dei più all’avanguardia, pieno di progetti fighi, ‘democratico’, aperto a tutte le sensibilità. Ovviamente schiere di sanguisughe e parassiti: psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, arteterapeuti, supervisori dell’équipe, supervisori degli psicologi, supervisori dei supervisori. La terapia farmacologica rientrava in quella che è la norma in questi ambienti, quindi farmaci a gogò. Tanto per fare un esempio, somministravo -anzi diciamo che ero tenuta a somministrare- (cosa che NON si potrebbe fare) robe tipo 150 gc di Valium al giorno piu’ antidepressivo piu’ stabilizzante dell’umore piu’ antipsicotico più farmaco antieffetti collaterali dell’antipsicotico piu’ pastiglietta per dormire. La povera vittima era una ragazzina di diciassette anni. Devo essere onesta: questi dosaggi quando era stata appena dimessa dal repartino psichiatrico, in progetto a scalare nella nostra comunità. Ma se per lei si scalavano i farmaci, per altri ragazzi si aumentavano a seconda dell’umore dell’équipe. Ovvia e naturale la mia lotta contro i farmaci, tanto per dirne una. Ovvii scontri e conflitti con colleghi pro-farmaci. Ma per tornare all’altro aspetto delle Cooperative Sociali: il mio monte ore mensile era di 170 ore circa, ma raggiungevi tranquillamente le 220. Le ore in eccedenza, non solo non venivano pagate come straordinario, ma venivano messe a ‘credito" a monte ore. Credito=recuperabili quando si poteva e non quando volevi, tipo ecco, magari il lunedi 2 Novembre potevi stare a casa e ti pagavano la giornata, recuperando così 8 ore dal credito. Non sto a raccontare la rava e la fava di come dopo due anni abbia sentito la necessità di staccare un attimo e chiedere un mesetto di mutua per burn-out (condizione emotiva tra l’altro riconosciuta come assolutamente naturale in questi ambienti). Mi metto qundi in mutua, nel frattempo cambia il CDA della cooperativa, licenziamenti (no anzi dimissioni obbligate), nuove assunzioni etc etc. Quando chiedo rientrare dalla mutua mi propongono un colloquio, nel quale il responsabile del personale mi comunica di non essere piu’ gradita all’interno della cooperativa. "L’équipe non ti vuole", le sue delicatissime parole. Beh, non per trovare una giustificazione per non farmi massacrare, ma l’équipe era nuova per tre quarti e il mio rientro avrebbe fatto saltare il posto a qualcuno altro.. Al che, nonostante l’istinto fosse quello di mandare a fare in culo tutto, l’orgoglio mi fa insistere e dico "Io rientro, fate quel che cazzo volete, ma io rientro" Sottopongono quindi il mio rientro ad una visita medica del lavoro (quella che facciamo tutti normalmente), cosa illegittissimissima. Con le balle rotte, mi rivolgo quindi alla CUB di Torino, chiedendo innanzitutto il mio immediato rientro e iniziamo pure la vertenza per la differenza di livello nella retribuzione (un 5.000/6000€). Niente, non mi fanno rientrare. Intanto mi sottopongo a visita medica con una simpatica dottoressa di parte, la quale mi dice che ho fatto troppa mutua (?) e che dunque non può darmi l’idoneità al lavoro: visita di secondo livello. Tutto questo mentre aspettavo di rientrare, consumando le ore a credito e le ferie in eccesso (obbligatoriamente) Avrei potuto, secondo legge, presentarmi sul posto di lavoro ed obbligarli ad inserirmi immediatamente ma mi rompeva alquanto i coglioni una situazione del genere, anche e soprattutto per rispetto dei ragazzi con cui lavoravo. Vado dunque alla visita di secondo livello all’ASL. Esami tossicologici, dietro richiesta della simpatica e venduta dottoressa. Mi rifiuto tassativamente. Chiedo alla CUB se sono tenuta a fare questi esami, come funziona la privacy in questo caso e se non ho diritto anche io di sottopormi ad un’ulteriore visita con un medico che non sia stato scelto dalla cooperativa. Non sanno dirmi che fare.. Intanto il responsabile del personale mi telefona e mi dice tali parole "Conviene che ti licenzi da sola, per il tuo curriculum professionale è senz’altro meglio, vedi che neppure la CUB su questo argomento ti sta difendendo, segue solo la vertenza per la differenza di livello" "No, guarda, il mio curriculum professionale vada in culo, mi licenziate voi -rispondo- io non lo farò mai" E cosi succede. Arriva giorni dopo letterina di licenziamento per "grave insubordinazione". Ah si? La CUB è incerta? Vado in uno studio privato di avvocati del lavoro, segnalatomi (grazie G.) da un ex collega. Impugno l’illegittimo licenziamento. Quindi a tutt’oggi sono in corso due cause: una con la CUB per salario non adeguato e una con altri avvocati per illegittimo licenziamento. Ci si incontra davanti al giudice per la causa di licenziamento. La Cooperativa Sociale presenta una difesa di dieci pagine circa, che non sono riuscita neppure a finire di leggere tanto era infame (c’erano tutti gli elementi per un’altra causa per diffamazione, ma ho lasciato stare, la mia salute è piu’ importante). Il giudice consiglia tiepidamente un accordo: il licenziamento pare illegittimo, pagate e finitela li. Rifiutano. Quindi citano egregi testimoni, ed io devo trovare i miei. Che ringrazio. Ho vinto la causa. Ho rifiutato il reintegro in quella merda, ovviamente. Dovrebbero sborsarmi un po’ di stipendi arretrati e quindici mensilità. Vedremo. Di sicuro diranno di non avere soldi. Ma oggi mi basta avere vinto la causa. La CUB. Gentilissimi, ma ancora sto aspettando di vedere come va la loro causa e gli avvocati privati a livello di pagamento mi hanno riservato lo stesso trattamento dei sindacati.. Continue reading

Posted in SubutexDepot | 1 Comment

Hapax

CercatoriD’Oro 

Io sono il custode dell’ingranaggio
e nel mio tribunale prodigioso
la nostalgia non è
che un’impronta di sonnolenza

Io sono l’equilibrista
dal tradizionale linguaggio
e vivo nei circhi
incatenato alla necessità

Io sono il ritrattista
e nonostante per un anno intero
abbia lavorato allo stesso dipinto
mi vedo oggi vagare nel mattino, sotto la pioggia

Io sono il messaggero del potere
e posseggo il lasciapassare per ogni reggia
ma chi ha scelto per me la mia strada
potrà mai capire la Rivoluzione?

Io sono il predicatore
turbolento e spietato
e sui sentieri della vostra infanzia
seminerò la novella del dubbio

Io sono il trasformista,
il camaleonte, lo Zelig
e aggredisco la presunzione sfiorando l’agonia

Io sono il mago,
straniero ovunque vada,
sbriciolatore di sortilegi

Io sono il funambolo
dall’inconsueta vocazione
ed afferro cadendo nel vuoto
le sottili gioie della tristezza

Io sono l’innovatore,
verso l’ultimo traguardo
coraggioso mi dirigo,
verso colui che è muto e vede

Io sono l’alchimista
razionale e diligente,
corteggiando l’effimero ho rintracciato l’uomo
e mi sono infranto nella parola

Io sono il missionario
abitante del triangolo
sedotto dalla dottrina del ridicolo
e ingannato dagli oroscopi

Io sono il ciarlatano
brillante animatore
di trappole e trabocchetti

Io sono il venditore d’orologi
spiritoso e spregiudicato
ed ammirato dai vecchi
bevo al calice del tempo
così che firmiate il contratto

Io sono il chirurgo
premuroso ed esigente
ed avvolgo le vite e gli oggetti
discretamente nel tentativo di penetrarli

Io sono il conformista
e vivo nelle città, appoggiato alla prudenza

Io sono l’imputato
inchiodato al rimorso
e cerco nel verdetto la scadenza
nella sentenza il conforto

Io sono il cocchiere dell’imperatore
di cui si burlano gli eretici deliranti, sul rogo.

Io sono il collezionista
lodevole e disciplinato
e nella mia limpida torre
dove nessuno mai ha osato arrivare
io tengo nascosta la mia strana collezione

Io sono il pazzo credente
l’Anarchico cercatore d’oro
e il cerimoniere della protesta

Io sono infine colui che manca
non ultimo per questo
sono colui che manca, sono colui che ti combatte

 


                                                  
Ciao Ettore, capelli da ragazzo

                                                                   

                                                   

Continue reading

Posted in HapaxPoetry | Comments Off on Hapax